Scritto da © Bruno Amore - Mar, 08/03/2016 - 10:51
(quelle che m'hanno tenuto per mano).
Quella so che rise di piacere
nonostante il travaglio
che tra le lacrime di gioia
diceva “quanto è bello, fai vedere”
l'incontrai di più nei suoi occhi dolci
mentre le succhiavo avido il petto
e in quelli con le ansie che le detti
poi, da gran scavezzacollo.
Quella più innanzi che mi insegnò
ad intrecciar serti di fiori
e con la paglia, a Pasqua, croci
quelle di felicità, di soli allori.
Quella, la prima che m'accese il cuore
nascosti al buio labbra su labbra
a cercare nuove ignote emozioni
toccandoci dappertutto senza pudori
tra profumi d'innocenza e maturi odori.
Quella che m'indicò la via
per arrivare al cuore dell'amata
da percorrere lentamente
senza badare alla giornata
tenendola per mano come un'amica
parlandole di noi a serenata.
Quella che in braccio mi posò
due splendori, da crescere e amare
sperando in gioia superando semmai dolori
ancora m'allargano il cuore come un mare
e m'hanno dato due stelle da mirare
quando la parca agiterà l'acque
in cui dovrò nuotare.
Quella che da sempre vaga nell'anima
che non esiste in verità ma è prodiga
di sogni, di intime emozioni, di speranza
che fa ricca la vita e non la chiude
soltanto nel buio di una stanza.
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