Scritto da © Giuseppina Iannello - Sab, 17/10/2015 - 17:42
Di castana beltà,
ricordo gli occhi,
persi nel sole dell'autunno.
Di lei ricordo il sogno;
lunghi capelli che raccolti
in trecce,
annodava alla nuca.
Di lei ricordo il sogno;
le mille fiabe apprese,
le nenie di paese,
le cento filastrocche...
Di lei ricordo gli occhi
protesi all'infinito.
Di lei ricordo il Credo
nell'abito marrone
nell'anello di ottone
con l'effige di quella dolce Madonnina.
Di lei conobbi
la sua fede salda.
Ricordo ogni suo gesto: i petali di rose,
nella cesta
da offrire alla Madonna.
Di te, ricordo nonna
che ci volevi bene; ricordo
la valigia con i primi frutti di stagione,
i buoni pasticcini...
E la magnesia, contro il mal di moto.
Di te, ancor più della donna,
rivedo la fanciulla,
ché tanto di bambina
ebbe il tuo fragile cuore.
Dicevi ahi, ahi, ohi, ohi
per un nonnulla
e sopportasti, invece,
il tuo dolore;
hai avuto otto figlioli,
uno morì piccino;
hai pianto
e, all'infinito, volgevi gli occhi.
Guardavi sempre al cielo,
come cercando un segno...
E il bimbo venne,
avvolto in luci d'oro;
si fermava un istante
sul lettino... Come per dire:
stai tranquilla.
E tu asciugavi il pianto;
ringraziavi il Signore.
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