Scritto da © Giuseppina Iannello - Ven, 26/09/2014 - 16:26
Il nostro sposalizio
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Il nostro sposalizio, nel ricordo, amore. Il gravissimo lutto del dì seguente, aveva rimosso i momenti più belli, ma da quando, anche da defunta, mi hai detto che mi aspetti sempre, tutto è ritornato alla normalità e ti rivedo bellissima nel tuo abito bianco.
Il tuo abito bianco te lo aveva lasciato tua madre; era di pizzo con due balze ed aveva un lungo velo che si partiva dalla nuca ed arrivava fino a terra. Avevi i capelli inanellati e per il colorito pallido, sembravi una rosa appena sbocciata. Mi persi nei tuoi occhi, fiduciosi e sereni
Ricordo la Cappella del Divino Amore,profumata di incenso.
Aveva un altare maggiore con lunghissimi ceri ed era rigorosamente in ombra perché il veleno avrebbe potuto circolare fino all'ostensorio, come era avvenuto per Don Modesto, il genitore di Eleuteria. Tu giungevi da una porticina laterale, accompagnata dal diacono Don Ferretti. Ricordo il Cardinale, Don Cipriani...
Egli iniziò la cerimonia in maniera speciale, affinché non ci fossero impedimenti: “Ego conjungo vos in matrimonio in nomine Patris, Filii et Spiritus Sancti. Scambiatevi gli anelli.”
Tu non eri in possesso di un anello, ma il Cardinale, fu sollecito a darti quello di tuo padre. Io ti mettevo, invece, una fede nuziale che avevo commissionato qualche giorno prima; ti andava benissimo.
Uscimmo dalla Cappella, fiduciosi nel nostro giuramento, ma ti sentivo pallida, come se ti mancassero le forze. “Amore” ti dicevo, “È normale; succede a tutte di impallidire il giorno delle nozze. Ora hai bisogno di molto riposo; domani ci vedremo.” Ma tu prendevi un lembo della mia giacca e mi dicevi: “Amore, non ti impressionare... Domani io salirò sul monte ove vidi una Croce. Non sto delirando. Quella Croce, indica le sofferenze dell'Essere Umano. Io mi inginocchierò e tutto sarà più chiaro sul cammino da compiere.”
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