Scritto da © Enzo53 - Dom, 29/06/2014 - 15:54
Vaporosa nella primavera che avanza
si staglia la torre angioina.
Come un mastio in navigazione
il campanile del monastero
fende l’aria dell’aurora.
E ha in sé una certa dose di solidità,
ma non ha ancora riconquistato
la nettezza degli spigoli e degli incastri
e sembra calarsi dietro un velo
di sudore freddo pietrificato.
L’erba verdissima cresce rapida
nei prati collinari
accarezzati dal tepore lieve del favonio.
L’azzurro del cielo,
tra rododendri e ginestre,
si scialba nell’ossido di piombo
perdendo la profondità del cobalto.
E si riverbera
in umane trepidazioni,
affastellate come matasse
in un cesto di vimini.
si staglia la torre angioina.
Come un mastio in navigazione
il campanile del monastero
fende l’aria dell’aurora.
E ha in sé una certa dose di solidità,
ma non ha ancora riconquistato
la nettezza degli spigoli e degli incastri
e sembra calarsi dietro un velo
di sudore freddo pietrificato.
L’erba verdissima cresce rapida
nei prati collinari
accarezzati dal tepore lieve del favonio.
L’azzurro del cielo,
tra rododendri e ginestre,
si scialba nell’ossido di piombo
perdendo la profondità del cobalto.
E si riverbera
in umane trepidazioni,
affastellate come matasse
in un cesto di vimini.
»
- Blog di Enzo53
- 571 letture