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Attimi

Ascolto il silenzio che si fa passaggio, scandisce il tempo che sta oltre la porta, nell'oblio della tromba delle scale. Mi lascio cullare dall'istante. Il passare del tempo è un mistero personale. Giace nell'ebrezza del pensiero, racchiuso tra le mani come un essere palpitante. E il ricordo lo anima, lo scandisce e lo accompagna. Ma è lo sgranare dell'istante la vera misura che colma i passi del quotidiano.
Ed è nell'istante dove emergono i ricordi, voci del tempo che si animano di presenza, di prestanza. Sussurri remoti annidati nei labirinti del pensiero. Oppure esili tracce che l'abulia dell'istante ripropone con passo stanco?
Scrivere è un camminare sbilenco, con passo affannato, e con quel muro che ti si para davanti, sempre uguale.  E allora cerchi di scalfirlo con il pensiero che si fa parola. Ma sono esili graffi sulla pagina bianca - che lampeggia sul monitor - quelli che fai, nella lenta deriva del tempo, mentre la luce radente inizia a perdere gradualmente il possesso di tutte le cose.
E la storia che tenti di narrare si perde nella vacuità dell'istante.
Una retta spezzata. Numerosi frammenti.
Frammenti di un caleidoscopio di parole dove il tuo pensiero è percepito in mille altri modi.
È simile ad una vettura lanciata sulla pista dell'autoscontro, che rimbalza sul suo cordolo in gomma dura, mentre l'asta che porta corrente al motore produce uno scintillio simile ad un serpente luminoso. 
Urti e sbalzi che si susseguono lungo la traiettoria delle parole, della storia che si dipana lentamente lungo la curva del tempo. Resta il gesto circoscritto alla parola, il suono di una voce che muta, il rumore di una porta che si chiude, un canto che sale dalla scala. Un “do” di petto che si affievolisce nel susseguirsi delle pagine.
Riuscirà Paolo a ritrovare Francesca?
Il mistero della scrittura è anche questo, non soltanto immagini che ruotano nella mente come in un carosello.
O come diceva quello scrittore, durante la presentazione di un suo libro:
- Perché scrivere è anche riportare alla luce i ricordi, e il ricordo non è mai discreto. Il ricordo assale.

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