la data di quel giorno importantissimo, io l'ebbi scritta in un quaderno...
Erano le 9,30 del giorno, mi sembra, l'11/4/2012. Forse un mercoledì. Perdonami per l'imprecisione...
Mi dissi: meglio cogliere l'istante, che la prolusione di un secondo. Ed io, ti avevo atteso così tanto... da non poter concedere al mio cuore di dissertare.
Scrissi di corsa, dicendomi: riprenderò il quaderno, ma questi, si confuse nella marea... fra tutti gli altri. Cercherò ancora, e, son quasi certa, di ritrovarlo.
Nonno, rivivo il magico momento: suonarono alla porta. Ero nell'altra stanza...
Quando Piero, mi chiamò: “Giusy, è arrivato il nonno...”
Gioiosa e trepidante, aprii la busta gialla e mi aspettavo la foto, che avevo sempre visto, nel soggiorno della zia, quando ne apparve un'altra, ancora più bella; eri lo stesso uomo, ma vivo ed eloquente. Ed eri per me venuto dal cielo di Messina.
Piansi di gioia.
Nell'accostarti al petto, ma delicatamente, per non sgualcirti... Ti davo 1000 baci. Ma quale meraviglia!
Sentivo il tuo respiro. Vidi la fronte ansiosa, posarsi sul mio cuore e nell'indefinita essenza delle membra, sentivo il caldo abbraccio palpabile, reale. Ogni bacio fu vivo ed eloquente, piansi di gioia... Ringraziai il Signore.
La Tua Foto (*)
Così amorevolmente intensi, san di brezze e di un sogno appena colto.
Ti poso un bacio sull'ampio pettorale; uno per Te, l'altro per la nonna.
Hai un abito elegante, una lunga cravatta, un piccolo distintivo.
La tua fronte è spaziosa e colgo l'impercettibile sorriso.
“Primavera è d'intorno...” E l'aria nuova, reca profumi di un tepore antico...
“Sono zagare e cedri...” Tu mi dici.
Lascia che ti domandi: "Eri a Messina?"
"Ero a Ventimiglia, tesoro, per un evento, il più importante del mio primo decennio, da sposato. La mia foto allegata avrebbe dovuto attestare l'avvenuta unione con Giuseppina De Meo, la nonna."
Caro nonno,
ho posto la tua foto-ritratto, su uno dei miei cinque altarini.
Prostrata, ti domando perdono per averti pensato a me distante e, non partecipe al mare dei miei sogni. Le parole non vengono... ho vergogna... Provo un grande rimorso.
“... Mia nipote... Alzati.
Vedi? Sono commosso.
Riguardo al lungo silenzio, non ti biasimo, né ti rimprovero. Sapevo che mi amavi, ed anche,
immensamente, in quanto padre del tuo genitore.
Sapevo che mi amavi perché venni a trovarti in spirito quando eri ancora in fasce.
Tu inorridisci, di fronte a un cimitero. Non ti giustifico, ma voglio perdonarti.
Ti sono mancato tanto... sì quanto la tua nonna. Non avevi di noi ricordo alcuno, eccetto quei pochissimi, per i quali, agli occhi dei miei figli, fui molto severo.
Voglio dirti una cosa: un motivo recondito mi impose di mantenermi nell'ombra; fu per un fine più alto, non già per nascondere una colpa.
Ma... non fare domande. Saprai... ma gradualmente.
Dunque devi sapere...
che alcuni giorni prima di lasciare la terra,
io chiamavo Maria, in separata sede
E così, le parlavo...
Figlia, tra poco lascerò quest'ultima stagione; ti lascio il mio ricordo e al tuo percorso sia quell'ultima svolta.
Figlia, sia in Te, come nei tuoi fratelli, quella pace cosciente che oggi, soltanto oggi mi ritrovo.
Ti lascio erede d'ogni mio ricordo, perché tu sola, hai visto il mio presente, nel lume etereo, ma vivificante di momenti più intensi.
Io non ti dissi mai, d'esser un redivivo, ma Tu coglievi in ogni mia parola, l'ansia di chi ritorna, fedele a un giuramento. E spesso, mi guardavi... Coglievo le carezzevoli richieste: “Padre, parliamo un po', cosa ne dite? Aprite il vostro cuore, sentirete anche il mio.”
Figlia, cosa mi dici, Se..."
Padre... cosa mi dite... Voi non ci lascerete...
La sentivo in lacrime, mentre le facevo le ultime raccomandazioni: Ti raccomando i tuoi fratelli, Pasqualino, Franca... Ninuccio e Gianni, che sono i più emotivi...
Chiamali uno alla volta... se non potrò personalmente.
Riguardo alle mie foto, ti dico ancora: custodiscile in un cassetto, segretamente; puoi lasciarne una sola nel soggiorno, ma che sia l'ultima, ossia la meno appariscente. Mia figlia, mi guardò... e ancora lacrimante, mi chiese:
“Padre, non avrai rimpianti?”
Risposi: “No.” E la baciavo in fronte.
Lei strinse la mia mano.... “Come volete, Padre.”
(*) La foto è del 1912
- Blog di Giuseppina Iannello
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