Il ramo | poeti maledetti | Stefania Stravato | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Il ramo

 

 

E adesso che te ne fai dei miei silenzi

delle mie piccole mani 

che spostano inutilmente maree di fanghiglia dalle tempie

e non arrivano a toccare i muri 

dove solo ieri ho appeso sonagli di conchiglie.

 

Che te ne fai delle mie vene inutilmente azzurre.

Radici fuori dai solchi. Vagano la notte.

 

Non resisterò al sole di tempesta.

 

Deserti.

E in gola l'oriente tintonero.

 

Dove nascondi le piogge d'orofino dio?

mille volte le ho sentite attraversarmi il nome 

 

e i pontili dove incontrarsi a primasera

per dimenticarsi un'ora 

dove li hai messi dio

dove li hai sepolti?

 

allora percuotimi 

percuotilo forte questo dolore

che nel petto lo sai ho vecchiezza d'ulivo 

 

quante volte ho dato fuoco ai giacigli d'amore

 

ma adesso non provare a fermarmi

mentre vado a morire nella terra dei gabbiani

 

più di così non soffrirò

i coltelli del tramonto nella schiena

 

inferno mi porto via sulla bocca

la linfa di un ramo che non mi ha trattenuta

 

 

e dell'arsura patita 

che resta.

 

Aranci antichi verso riva.

 

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