(post segnalato dalla redazione)
Iginia, io sono stato da Gabriella; così le ho detto:
“Io ti sentii, Gabriella, mentre parlavi con il dito rivolto verso quella bambina... E dire che tu, a volte, leggevi “Valentino”, sul libro preso in prestito, dai bimbi di seconda; con il gesso disegni sui cartoncini neri, le forme delle rondini che poi ritagli; le guardi e ti compiaci dei frutti del tuo ingegno. Ma cosa pensi che a te sola sia dato, estrinsecare i sentimenti? Tutti i bambini vogliono imparare dalla maestra ed han diritto a esprimersi e ad esternare la propria creatività. Tu, invece, quella bambina, non hai fatto altro che ostacolarla.” Gabriella mi guardò, senza batter le ciglia: “Forse, non sa, che, a causa del diniego della sua mamma a iscriverla all'asilo, rischiai di perder il lavoro... E se non fosse stato per un altro bimbo, iscritto , in extremis, oggi sarei disoccupata. Ti ho vista con quel bimbo: lo vezzeggi in modo smoderato: lo fai davanti a Iginia come a dirle: di te non me ne importa proprio niente. Io mi ricordo bene il tuo colloquio con la madre di Iginia: signora, io son Gabriella, e sono nella zona nota a tutti, per i miei filantropici interessi; dell'assistente, accanto, nemmeno ti curasti di presentarla... In qualità di maestra, titolare, come ogni anno compio la missione di iscrivere i bambini alla mia scuola... Non che ne abbia bisogno, beninteso, lo faccio, solamente, per fini umanitari.”
La mamma la guardò: “Ascolti, signorina, se è convinta di quello che dice, sappia che io la mia bimba, non la lascio, nemmeno per un'ora. Io non ebbi la gioia di viver con la mamma... e star lontano è triste per entrambi.”
Ed anche quella volta, tu, Gabriella, ti sei rivolta puntandole il dito: “Dice così? Ebbene, questo vuole? Io me ne vado... Ma badi a quello che le dico, proprio perché le voglio bene: sua figlia crescerà, ma senza amici; sarà per sempre emarginata.”
“Io ti invito a riflettere, Gabriella, se tu avessi parlato a quella mamma, col cuore in mano... Se le avessi detto: signora, rischio il posto, se non raggiungo il numero prestabilito, Pina avrebbe capito... Ed a avrebbe fatto qualche sacrificio, pur di aiutarti.
Per attenerti alla parola data, tu quella bimba l'hai repressa, precludendo ogni anno, la sua partecipazione, ai saggi in onore della scuola. Ma non tutto è perduto... Iginia non ti ha mai vista cattiva... E spera ancora... Dai una parte anche a lei, in quest'ultimo anno, dalle una prova che le vuoi bene... Ti do' l'ultima opportunità... Poi scriverò la mia relazione.
Perché mi guardi? Sembra tu voglia dirmi: chi è lei, che si permette di dire a Gabriella che cosa deve fare?
Ebbene, quando le cose si mettono male, la relazione può farla chiunque vede. Quando le cose vanno bene, non c'è da preoccuparsi, ché essere ottemperanti, ci dà onore e prestigio. Io, sappi che sono l'autore della poesia che leggi spesso sul libro di seconda... Il Signore mi manda nelle scuole a vedere quello che succede... Per l'ennesima volta io ti esorto: rendila felice, quella bimba: ti riscatterai di tutte quelle volte in cui ha pianto in silenzio.”
Gabriella mi guardò. Disse: ”Vediamo...”
“Ascolta, Iginia, devi essere preparata a tutte le evenienze; può darsi che Gabriella si penta e ti assegni una parte. Ma se non lo farà, devi ugualmente, mantenere la calma: sei cresciuta abbastanza per sapere che il saggio è solo la facciata esteriore di ciò che siamo. E se ti senti sola, guardati intorno; cerca la Poesia: la troverai in tutte quelle cose, che hanno una lacrima e un sorriso... Questa espressione vera, che ad entrambi piace, la troverai in un libro di liceo: è di Umberto Panozzo. I souvenir, le bambole, i cristalli... Le statuine in pasta modellante... Son l'opera dell'uomo che diventa poesia.
Tu sai che i pittori e i poeti eternano il BELLO e ciò che è bello, è BUONO; sii dalla loro parte e scrivi in versi, quello che senti.”
* dal mio libro: "Uno smeraldo tra l'azzurro". *
- Blog di Giuseppina Iannello
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