La nonna e la sua valigia di cartone | Prosa e racconti | Giuseppina Iannello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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La nonna e la sua valigia di cartone

Quando la nonna annuncia di venire, non sto più nella pelle. Mi sembra di aspettare la fanciulla dai begli occhi pensosi e dai bei capelli e gli occhi un po' pensosi, rivolti al sole dell'autunno. La nonna, veste spesso di marrone; dello stesso colore è la sua grande valigia di cartone. Quando la apre, le piccole mele, liscie come le pesche bianche e rosa, diffondono un profumo d'altri tempi e di campagna. Io rimango a guardare la mia nonna, non tanto per la frutta, quanto per starle intorno e sentirla parlare con amore dell'ultimo prodotto stagionale, perché poterlo avere e assaporare, vuol dire esser vissuti un anno ancora.

La nonna non mi può portar balocchi, perché al paese suo, non ce ne sono... però, dalla valigia, prende a volte, una collana lunga di nocciole. Le collanine, fatte di nocciole, le compre alle feste del paese, insieme ai cannellini. Nella valigia e anche nella borsa, ha sempre un tovagliolo, con la magnesia; a tutti noi la offre, dicendo: "E' buona vero? Il gusto effervescente salva dalla fatica... fa molto bene al cuore."

 

I regali di Turi

 

La nonna viene sempre con l'ultimo dei figli: lo zio Turi, che tutti noi chiamiamo, Toruccio, solamente. Toruccio ha la sindrome di "Down" e la nonna lo vuole accanto a sè. Io vedo in lui un ragazzo straordinario, che conosce il mio mondo. Mi chiama "la regina"; non so a cosa alluda con il suo appellativo, ma, intuisco che si riferisce ad un mio immaginario, dove io, sono regina dei miei sentimenti.

Toruccio, i tuoi regali li sento molto. La nonna, l'altra volta, mi ha portato un cerchietto dorato... mia ha detto: "Te lo manda, con affetto Toruccio... l'ha trovato per strada, ché, qualche ragazzina... l'ha perduto... mi disse risoluto e luminoso: the mamma, portalo alla regina."

 

Toruccio si nasconde fra le canne

 

Toruccio si nasconde fra le canne; gioca all'indiano: prepara le frecce e poi, le lancia. Papà, stava passando, e s'è sentito sfiorare da un elastico: "Che cosa sta succedendo?!" S'è voltato di scatto e lo ha sorpreso, l'innocente indiano... con il suo arco...

Purtroppo, il mio papà, quella mattina, non aveva il consueto buon umore... Si rivolse alla nonna, innervosito, per quello che, a suo avviso, era stato un affronto e un maldestro tentativo: "Mamma, sappiate, che c'è mancato un pelo perché il vostro ragazzo, mi colpisse! E mi lasciasse secco!..."

Povera nonna, lei mortificata, non aveva parole... chiamava il suo Toruccio e gli chiedeva: Perché l'hai fatto?!" Lui con aria innocente, rispondeva: "Per dimostrare che so far l'indiano..." E, intanto, le prendeva...

Io mi dipiacqui, perché, all'indiana, spesso gioco anch'io.

 
* dal mio libro: "Uno smeraldo tra l'azzurro". *

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