Scritto da © matris - Mar, 03/07/2012 - 10:12
Frangono lividi in cuore
aorte svenano il gioco
dissanguano aride vene
spara scabra musica infernale
nel fruscio di palma e sole
le melodie crepitano come carte
spara alle regole del giorno,
le ore entrano e parlano di te
di schivi meridiani che rigano ai paralleli
gli incroci al nastro di Mobius
all’infinito ci accodiamo alle fermate a richiesta
ma girano costanti le ellissi
no, non si fermano più.
Guardi sfatti i passanti dei jeans bruciati al sole
la collosa realtà che spezza
e lancia i cavalli a briglia sciolta come liberi i pensieri.
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