Scritto da © Giuseppina Iannello - Mer, 02/05/2012 - 16:15
Ricordo...
Dal talamo giungevano
le voci alla mia stanza:
Si dipanava il buio
ed era l'alba.
Dal talamo giungevano
le voci alla mia stanza:
Si dipanava il buio
ed era l'alba.
Io le sentivo come
in un bisbiglio,
come un fremito d'ali
ed una danza
di pensieri soavi.
Genitori...
ed era sempre un
dolce rievocare
il primo nido per
poterlo unire a quello
ancora implume
che era stato voluto
a caro prezzo.
Ogni vostra parola
era un messaggio,
una musica lieve
d'altri tempi...
Un fil proteso
dal presente all'ieri.
Genitori...
nessuna voce colgo,
oggi al risveglio
nell'attesa del giorno.
Quelle voci,
raccolte da bambina,
per lungo tempo,
le sentii flebili,
nella luce di un pallido
mattino,
come un lumino,
alla finestra
e fioco.
Mi sento oppressa:
nella mia casa,
non c'è più nessuno,
che parli presto,
prima del chiarore
vorrei sentire
una parola sola
che non fosse la mia.
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