Ti ritrovo così
amica dolce che torni
stasera dalla memoria
e dalla memoria il tempo che vola
ne attraversa i vicoli
e il bus
che passa davanti al portone
...e noi due. Ricordi noi due?
Ci sentivamo invincibili.
Li ad incominciare
che non si sapeva che il tempo si fugge
che i manifesti ai muri arrotolati a colla
di rossa bandiera oggi vengon derisi.
Sogni scalfiti i nostri, passati oggi e traditi
sfuggiti per una strada che scalciò.
Ma sorrideva la vita allora
che si sognava far i grandi o gli artisti.
Piccapietra e noi, le due porte
(che chi ricorda sa) e un banco d'amici
un po' scapestrati ma sani.
Eppure siam qui, seppure distanti rimasti così
tra lacrime appese da un cielo che vola lontano.
Da quei vicoli noi, da un lago svizzero tu
ed io quaggiù.
Sempre distanti io e te
due vite parallele disgiunte
e ineguali le nostre
a rallegrarmi il sogno di adesso
tra il rosso del sole di Nervi che piano sorgeva.
Ma cambiava il destino rispetto al sognato
e Genova, l'adolescenza
mutavano in buona vecchiezza
che il cuore infinito non volò soave
(almeno per me) e c'obbligò al destino.
Eppur son qui stasera... ancora con te.
E quel trentatrè che passa e ripassa
tra un bacio cento volte reso
che apre indulgente ancora... le porte
e riparte.
Vestita all'araba resti per me
bella di sole raccolta
a sognare noi due un mondo diverso
che rimase ciò ch'era, virando persino all'opposto...
Tu che sognavi sfuggente io che sfuggivo vagante
e oggi in un leggero sorriso
di chi ormai adulto che sono
guardo i ragazzi abbracciarsi per strada
vedendoci te (e me... a volte)
che così giovane
anch'io... t'abbracciavo.
- Blog di fabiomartini
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