Scritto da © Bruno Amore - Gio, 12/01/2012 - 22:25
Ognuno passa prende pesta oltraggia
perdemmo noi la vista oppure il gusto
per l'opulenza abbiamo preso in uggia
vivere semplice, come fa il giusto.
Più nastri e ninnoli appesi alle orecchie
di quanti ne reggeva uno robusto
tutto s'arraffa, anche cose soverchie
si getta poi la tazza e l'orinale
son cose appena nate e son già vecchie
e mai saranno più l'originale.
Neanche la pietà sta più sulla porta
nel posto avito ch'è la cattedrale
turba imbarazza chi entra e non conforta
chi sempre da alla chiesa obolo certo
ha poca voce chi a pensare esorta.
Si paventa un futuro ch'è un deserto
ma niuno salva l'acero o la quercia
se sul giardino suo ne sporge un serto
e se c'è un'essenza aliena, lui falcia.
Crolla l'argine cade il monte a valle
la pioggia infiltra muri antichi, squarcia
segni d'un mondo cui facciamo falle
che non è nostro e l'abbiamo in prestito.
Nobile madre di genti vassalle.
Ognuno passa prende pesta oltraggia
perdemmo noi la vista oppure il gusto
per l'opulenza abbiamo preso in uggia
vivere semplice, come fa il giusto.
Più nastri e ninnoli appesi alle orecchie
di quanti ne reggeva uno robusto
tutto s'arraffa, anche cose soverchie
si getta poi la tazza e l'orinale
son cose appena nate e son già vecchie
e mai saranno più l'originale.
Neanche la pietà sta più sulla porta
nel posto avito ch'è la cattedrale
turba imbarazza chi entra e non conforta
chi sempre da alla chiesa obolo certo
ha poca voce chi a pensare esorta.
Si paventa un futuro ch'è un deserto
ma niuno salva l'acero o la quercia
se sul giardino suo ne sporge un serto
e se c'è un'essenza aliena, lui falcia.
Crolla l'argine cade il monte a valle
la pioggia infiltra muri antichi, squarcia
segni d'un mondo cui facciamo falle
che non è nostro e l'abbiamo in prestito.
Nobile madre di genti vassalle.
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