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Victor Hugo "Notre Dame de Paris"

Leggere Notre Dame de Paris è come immergersi in un mondo denso di personaggi unici, situazioni ricche di eventi avventurosi e drammatici; il tutto in una Parigi medievale in cui la fa da padrona la meravigliosa cattedrale che dà il titolo al libro e della quale protagonisti sullo sfondo, insieme ai personaggi principali, ci sono il popolo e la sua miseria, i suoi drammi esistenziali.
In Notre Dame de Paris spiccano come luci nella nebbia il deforme campanaro Quasimodo, forse il vero protagonista assoluto della vicenda, la bella zingara Esmeralda e il cardinale Claudio Frollo. La vicenda in sostanza si dipana intorno a questi tre personaggi estremamente particolari e caratterizzati in modo ineccepibile da Victor Hugo: Quasimodo, mostruoso e odiato da tutti, ritenuto un essere abominevole ma che in realtà è capace di un amore che lo porterà all’estrema scelta di vita, che paradossalmente per lui significherà morte... ma non di una morte normale si tratterà, bensì di una morte esemplare. Poi c’è Esmeralda, zingara bellissima e incantatrice che il luogo comune vuole sia una creatura pericolosa e tacciabile di stregoneria; quando in realtà si rivelerà piena di valori umani positivi (con sorpresa finale che purtroppo non eviterà la tragedia). Infine Claudio Frollo, cardinale di Notre Dame: personaggio ambiguo e vigliacco, falso e accecato da una passione che lo porterà a compiere gesti estremi e vergognosi.
Leggere questo libro non è semplicissimo perché l’autore si abbandona, più di una volta, in lunghe e dettagliate descrizioni (dalla cattedrale alla città con i suoi quartieri; dai dialoghi tra la gente del popolo a quella tra personaggi di più alto rango) che spesso sono difficili da seguire e possono facilmente risultare noiose; ma se si supera questo scoglio ciò che rimane è davvero l’aver vissuto, con lo scorrere delle pagine, una vicenda intensa ed emozionante.
Una lettura consigliata non a tutti, solo a chi ha voglia di cimentarsi con un classico mediamente impegnativo ma capace di farci scivolare in un mondo di certo non banale o scontato.
 

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