Scritto da © matris - Mar, 27/09/2011 - 10:13
Lasci lenta le corde che usi nei germinati incanti
idoli di noi nelle faccie smunte d'operato, scavate
negli occhi ripuliti delle tue immagini
inflorescenze rosse, sacrari di nulla, l'estremo vanto
rosicchiato al mentore lascivo perverso processato
prono al comando della morte
ma mai domo fino alla fine del suo peccato
crosta d'uomo su una tela gettata all'oblio
dietro i nostri occhi raccolti dai numi del santo
percorso d'una vita gestita come d'incanto
in un sottoscala d'idee pronte all'estremo esilio
disfatte dal senso sublime d'un crogiolo ardente
e d'arte elisa dal credo d'un ultimo canto.
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