Scritto da © matris - Ven, 02/09/2011 - 20:49
Vivo le mie notti nel soliloquio di un condannato alla vita grama
Spacciavo la mia serenità all'angolo
di una strada rotta di nervi e ragazzi
scassate le realtà rutilanti, scegliamo il bianco per annoverare la sbornia
processioni di filossere transitanti nelle vie del signore
proclami di malandrini e rotte semplificazioni
l'acqua fa male se bevuta troppo, annega i ricordi di vita
e le bare rivoltate sono piombi veneziani per l'eternità
proclami di ingerenze
sarti che scavano fosse
badili
le prese della Bastiglia
temerari moti
terremoti
vivremo sempre liberi dal peccato, ma turbati per l'eternità.
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