In città non tace la strada
sotto il freddo mattino di sole,
e corre la periferia più lontana
fra i capanni di frutta e le aiuole
delle ultime ville alla moda.
Io mi muovo sul ciglio che affianca,
stretta dai marciapiedi
e dalla mitraglia di scoppi e rumori,
la collina superstite e stanca,
mentre immobile annaspa
all’idea che già l’aria gli manca.
Cammino distratto sul bordo
e chino lo sguardo sul ciglio
fra un cespuglio malato e un vermiglio
barattolo e nero ossidiana.
Cerco un po’ di respiro
scorrendo la razza nostrana
di colorita mondezza,
così strana e diversa
dai consueti tratturi che cerco
dentro i boschi che danno schiettezza
in un refolo d’ aria montana.
Sarà che non trovo fortuna
fra gli stracci e bottiglie in rassegna,
ma nemmeno chi corre e non segna
quanto tempo divori per nulla,
e consuma se stesso e la culla
che lo crebbe per altro mestiere.
Ho stordito l’umore più greve
che portavo nel soffio stamane
e ho cercato quel po’ che rimane
d’erba e d’alberi dopo la strada.
…………ma rimane comunque il dolore !
- Blog di gesuino curreli
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