Nuova corale - partecipate con 4 versi | Manuela VerbasiRosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Corali

Nuova corale - partecipate con 4 versi

Lasciato il fianco, la poesia
è ancora figlia delle ciglia. 
La copre il velo che la goccia 
stringe per non dissolversi. 
 
In questo abbandono
inquieta il dubbio
d'aver trascurato l'ascolto
dei suoi sussurri d'aiuto
 
Parole che tremano
rombo e boato di suoni
già l'emozione capitola
e il verso urla la sua appartenenza
 
lontano lontano
se penso riaffiora
il sapore d'arancio
dei versi d'amore
 
Tra imposte socchiuse di ciglia
brilla la luce dello sguardo.
 
Dolcemente richiusi occhi
che l'anima non abbagli.
 
Che può essere il giorno
se il raggio scompare?
Immagina questo barlume
farsi faro: sono salvo.
 
Ogni raggio un tocco
filamento di nota
un'armonia che consola
da trasformare in parole
 
'O raggio?
"-- E se stettero zitte. E attuorno a lloro
addurava 'o ciardino, e ncielo 'o sole 
luceva, 'o sole bello, 'o sole d' oro…"*
 
sole d'oro sole di ghiaccio
sole nero di fulmini sole estinto
 
non v'è sole, amore, non più
da quel giorno di cupa tregenda.
 
Lucciole sulla collina
sovrasta la casa coi muri
di biglie vicino al lago
la scatola dei petali rossi
 
una bolla d'ossigeno crepa:
la verticalità fragile delle domande
evapora, non si allunga,
allarga solo la luce e preme
 
germinano allora le risposte,
si fanno tenere vocali,
la stessa voce inalbera
la bandiera più franca: un bacio. 
 
Dispiega le ali il sorriso
sull'argine di labbra
che soffoca tenue il suono
balena lo sguardo al gioco
 
Nelle iridi cieli sereni
rispecchiano sguardi
di albe e tramonti
l'imbrunita aurora
 
E ci sarà bellezza ancora
e luce distese sui giorni
da portare lontano allora
giunte le mani pregheremo.
 
Il pilota descriveva lo spazio
nero per quel nero primitivo
che mai abbandona le rotte
e i passeggeri trovarono sicuro il ponte.
 
Dilata e muore
nervoso il balbettio
del tempo, s'era di sera
 raccolto ad uggia.
 
Lontano, ti prego, lontano
porta lo sguardo
discerni verginità d'intenti
nell'intrico di rotte malate
 
Diverso sarà di versi
della distrazione il volo
percuote intenso
si perde, poi, precipitando
 
Involucri di gesti vari
appartenuti all'argine
senza ancora allegrezze
perenne di moti involuti
 
Salva-mi l'illusione
(voglio stare al gioco)
sotto la sua luce
mi voglio addormentare
 
Preludio di notti
dalle calpestate attinenze
nel soffio d'ali che rimestare mi duole
già stretto nel verbo del giustacuore
 
si dimena l'assenza di albore,
fino a slegare bende su fiati rapiti.
dondolano ora fra il non dire
e un planetario di vuoti bicchieri
 
è notte di luna
di luci lontane
è solitudine serena
forse è speranza.
 
Poesia si desta in petto
con un balzo d'impeto,
vorrebbe sciogliere i lacci
dell' inettitudine cieca.
 
Gelo d'aurora verrà
e vestirà di luce le tue stanze
spargerà note come cristalli
sulle ringhiere in fuga dalla notte
 
Sgravate dall'insonnia
genesi del tormento
s'ergono di rabbia involte
inquiete rime nuove
 
eppure l'indice segue 
un rugare di brina
il candore claustrofobico
nei frammenti volatili
 
E rocce, e rocce, e rocce
verso un cielo di pietre
cataste
di nevi, di lune
 
Crateri come coppe
di liquido amore
offrivano di versi
ambrosia alle labbra.
 
Indici erti quali colonne dello spirito
immaginarii occidui
il rampinare, le funi;
violenze, al cielo che non scende
 
ad un fermo appello 
l'azzurro si mosse 
e in condizioni estreme  fece cima
di stupore, le interiora
 
S'aprì uno squarcio
dove la fragilità s'impose
discesa ed ascesa
di legamenti seduzione
 
Agganci senza appigli
passato, ed eterni al setaccio
dei venti
taccheggio e mele bye bye
 
s'aprirono corolle
e ridevano
all'innocenza di nuvole
veleggianti nel tepore di tarda primavera
 
Pareva, quel giorno, esser giunto a nuovo
il giorno che mi domando
sono contento, anzi
abbia potuto perseguitarmi l'abbastanza
 
non si immalinconiva
quel tramonto anzi
vibrava di lustrini e promesse
verso le braccia tese della notte.
 
Un colpo, migliore delle sue difese
e cade, cade giù
inclina lo sguardo dell'Eterno
verso gli spazi, ristretti i templi primi degli ultimi
 
E ancora correre
verso mitocondri perduti
bastoncelli dai catecumeni riti
di anguste sinapsi arrese
 
Giacere, infine
nel termine senza termine
ginocchi a terra, nessuna preghiera
ma spossatezza di fiati
 
fino a che la solitudine uscì
stanca, di corpi stanchi,
midollo sopravvissuto
tra crepe di muri
 
teme la vita
l'anima intenso soffio
sprofonda negli abissi
il nettare di luna si prosciuga.
 
 
 
 
 
di
Manuela Verbasi
ComPensAzione
Rinaldo Ambrosia
Pia Finotti
ferdigiordano
taglioavvenuto
erremmeccì
selly
norastella
Sara Cristofori
Max
'O Malament
Esmeralda
 
*Salvatore di Giacomo
 
 

 #
Involucri di gesti vari
appartenuti all'argine
senza ancora allegrezze
perenne di moti involuti
 
 

ritratto di ComPensAzione
 #

Diverso sarà di versi
della distrazione il volo
percuote intenso
si perde, poi, precipitando

 

ritratto di erremmeccì
 #
lontano, ti prego, lontano
porta lo sguardo
discerni verginità d'intenti
nell'intrico di rotte malate
 

 #
Dilata e muore
nervoso il balbettio
del tempo,
s'era di sera
raccolto ad uggia.
 

 #
Il pilota descriveva lo spazio
nero per quel nero primitivo
che mai abbandona le rotte
e i passeggeri trovarono sicuro il ponte.
 

ritratto di Sara Cristofori
 #
E ci sarà bellezza ancora
e luce distese sui giorni
da portare lontano allora
giunte le mani pregheremo.
 
 

ritratto di norastella
 #
Negli iridi cieli sereni
rispecchiano sguardi
di albe e tramonti
e sorgo cosi l'imbrunita aurora
 

ritratto di norastella
 #
Nei cieli sereni
rispecchiano albe e tramonti
nei mari  ci incatena con gli sguardi
questi incantesimi di colori
 
 
 
 
 

 #
1) che sappia io, iride è femminile. però bella e nuova la traslazione al maschile in quanto riferita ad arcobaleno;
2) sorgo? anche qui traslazione?
 

ritratto di ComPensAzione
 #
Forse sorge ?
C'è anche da correggere così...
 

ritratto di Manuela Verbasi
 #
avevo letto "scorgo"
 

ritratto di ComPensAzione
 #
anche scorgo, sì
 
 

ritratto di ComPensAzione
 #

dispiega le ali il sorriso
sull'argine di labbra
che soffoca tenue il suono
balena lo sguardo al gioco

 

 #
germinano allora le risposte,
si fanno tenere vocali,
la stessa voce inalbera
la bandiera più franca: un bacio. 
 

ritratto di selly
 #
una bolla d'ossigeno crepa:
la verticalità fragile delle domande
evapora. non si allunga,
allarga solo la luce e preme
 
 
 

ritratto di Manuela Verbasi
 #

Lucciole sulla collina
sovrasta la casa coi muri
di biglie vicino al lago
la scatola dei petali rossi

 

ritratto di erremmeccì
 #
sole d'oro sole di ghiaccio
sole nero di fulmini sole estinto
 
non v'è sole, amore, non più
da quel giorno di cupa tregenda
 

ritratto di taglioavvenuto
 #
'O raggio?
"-- E se stettero zitte. E attuorno a lloro
addurava 'o ciardino, e ncielo 'o sole 
luceva, 'o sole bello, 'o sole d' oro…"
 

ritratto di ComPensAzione
 #

Ogni raggio un tocco
filamento di nota
un'armonia che consola
da trasformare in parole

 

 #
Che può essere il giorno
se il raggio scompare?
Immagina questo barlume
farsi faro: sono salvo.
 
 

 #
Tra le imposte socchiuse delle tue ciglia
Brilla la luce del tuo sguardo.
 
Poi  dolcemente richiudi gli occhi
Perché la tua anima non mi abbagli.
 

ritratto di Manuela Verbasi
 #
ciao Pia, riesci a togliere tutti i gli aggettivi possessivi?
tue tuo tua
 

ritratto di Manuela Verbasi
 #
lontano lontano
se penso riaffiora
il sapore d'arancio
dei versi d'amore
 

 #
 Parole che tremano
rombo e boato di suoni
e già l'emozione capitola
sul verso che urla la sua appartenenza
 

ritratto di Manuela Verbasi
 #
ciao Rinaldo, riesci a togliere la ripetizione della congiunzione?
che che?
 
 
 

 #
Ciao Manuela,
così dovrebbe essere migliore.
 
"Parole che tremano
rombo e boato di suoni
già l'emozione capitola
e il verso urla la sua appartenenza"
 

ritratto di Manuela Verbasi
 #
si Rinaldo, la sostituisco
 
:)
 

ritratto di ComPensAzione
 #

e in questo abbandono
m'inquieta il dubbio
d'aver trascurato l'ascolto
dei suoi sussurri d'aiuto

 

ritratto di Manuela Verbasi
 #
M'abbandona la poesia
figlia che non conosce
gocce di nebbia sulle ciglia
non sa se piangere o morire
 

ritratto di ComPensAzione
 #

M'abbandona la poesia
smarrita fragile figlia
che non conosce nebbia
incerta tra sonno e pianto

(a me, comunque, piaceva la prima tua versione)

 

ritratto di Manuela Verbasi
 #
troppi due aggettivi di seguito: smarrita fragile 
 
 completamente diverso il senso di partenza che volevo dare "che non conosce nebbia
incerta tra sonno e pianto"
 
meglio di quella che c'è ma non ancora giusta per l'inizio di una corale
 
grazie Margheritina
 
 

 #
Lasciato il fianco, la poesia
è ancora figlia delle ciglia. 
La copre il velo che la goccia 
stringe per non dissolversi. 
 
 
pies: vabbuono accussì, o te ne propongo altre?
 

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