Concorso in 20 gg: acqua - i vincitori | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Concorso in 20 gg: acqua - i vincitori

acqua
 
 

Verzìlo, làssalo 'ndar sto fazoleto © mariateresamorry

 
Verzìlo, làssalo 'ndar sto fazoleto
sgiònfo de corente e de rimorsi
daghe un vento de siròco
e mètite a spetar
sentà sul ponte dei Mendìcoli.
Gnente nasse par caso e ti la sentirà.
L'aqua la vien suzo dai tombini
umile e ciàra,
la pararìa quasi 'na carèssa
se no la fusse 'na disgràssia.
La cresse sensa riguardo
paròna de tuto e tuto la porta via,
'na trasparensa che dura quel che basta
fin soto al campanil de sant'Alvise.
L'aqua alta, la ciamemo alta
che bassa no la farìa nissun dano,
la starìa bona tra le rive
a spenzér qualche culo de limon
rosegando sensa denti
la piera greza de i palassi.
 

trad.dal venexiano:

Aprilo,lascialo andare questo fazzoleto
gonfio di corrente e di rimorsi
dagli un vento di scirocco
e resta ad attendere
sul ponte dei Mendicoli.
Nulla nasce per caso e la sentirai,
L'acqua vien salendo dai tombini
umile e chiara
parrebbe quasi una carezza
se non fosse una disgrazia.
Monta senza riguardo
padrona di tutti e tutto porta via,
una trasparenza che dura quel che basta
fin sotto al campanile di Sant'Alvise.
L'acqua alta, la chiamiamo alta
perchè bassa non farebbe alcun danno,
se ne starebbe buona tra le sponde
a spingere qualche culo di limone
rosicchiando senza denti
la pietra grezza dei palazzi.
 

Mucchi d'acqua e note di lino © sellyselly

 

Mucchi d'acqua e note di lino
a far onda sul tuo fondo di mare
Non ti avevo mai visto l'occhio diventare catino
né piegare uno sguardo in segno di arresa
C'è ancora un attimo
, quello di tregua,
per un cullarci d'amaca e un dondolio di braccia
Così, tanto da affondare le gambe nude
nel livido di notti ombreggiate
e bagnare i silenzi nel lungo del tempo

Sembrava un pannolone © Mac Ario detto Er Minio

 

Sembrava un pannolone (in chiesa entro solo ad ammirare architetture)
Bagno due dita in quell'accadueO per credenti
mi segno il petto a croce di sant'Andrea,
la (santa) tinozza, eburnea come il cotone d'altare,
trasuda rosso sangue da millenni.
Mostro il culo al legno appeso col suo morto
e volgo lo sguardo all'aria della piazza
prostrandomi in silenzio, fintando baci al pavimento
per ammirar più da vicino il pregiato marmo.
Il cane mi balza sopra l'unghia del piede incarnata
e mi desto dal dolore, dissolvendo l'incubo
proprio nel momento in cui si stava appressando
un bizzarro drappello ordinato e silente,
dal color della porpora.

Occhi © voltagabbana

 

"Occhi"
Lascia che io affondi
nei tuoi occhi
tutto il palmo
per accostarlo poi
alle mie labbra.
A sorsi
voglio asciugare
il verde fondale
dove il mio piede
ancora non tocca.

mare
 
 

Progettazione grafica e web editing: Anna De Vivo

 
 
 

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