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Poesia

Respiro piano per non far rumore

Respiro piano
per non far rumore
e sento il vento
nella strada muovere
i rami della betulla.

Sembra che le macchine
viaggino nella bambagia
hanno i rumori attutiti
dal buio.

Respiro piano
mentre stai dormendo
il volto mio riflesso
in questo specchio,
una graffio in basso
di questo specchio,
un graffio in basso
con la lametta
sul bicchiere di vetro.

Respiro piano
per non svegliarti,
perché questa notte
solo un barbagianni
sull’albero
potrà capire,
bianco come neve
bianco come le ciglia
di un vecchio
nella copertina
della rivista.

Forse ho ancora tempo
per una notte
solo una ancora
solo una.

sperando siano haiku

rondine migra
a questo tetto torna
animo nuovo
 
fiori di campo
finalmente aprono
golose api
 
infiorescenze
azzurro viola rosa
bordano fossi
 

pensiero

 
cattura brani
del giorno l'oscurità
per farne sogni
 

Versi per un tramonto sul lago

[fine anno 2009]

 

(perle d’acqua ed ali)
 
oro trasfigurato in sorriso
di sangue /
                 cenere / silenzio
d’ombre
 
© flymoon

regressioni di stile

Come somiglia il tuo nome, al suo
nell’imperfetto addita a questo nulla che non accetterà d’esserci
ancora tra le adunanze e i suoni a barre. Non è servito tutto il nostro tempo
il frutto che cogliesti dai miei rami per macerarlo
 
nelle interdizioni
 
rabbioso, tu nei giacimenti consci
soltanto
del trambusto delle talpe
 
ex equo, noi, non lo siamo mai stati, ma forse
comparati dagli eventi, senza un'unica casa né dintorni
tu sempre fuori, io da sola dentro ai miei comandamenti
che puntuale spazzavi via, come un finimondo
 
dov’è finito il muscolo del cuore e chissà dove il pianto trattenuto
 
forse nei magazzini della fabbrica o dentro
una chitarra sulla bara, dove agli altari mutilava il viaggio la coda
di un cordoglio in uniforme
 

i pensieri si formano

ed in pensieri di ogni genere si formano
di momento in momento grigi palpiti.
oggi Pin, sono ombra su ombre
con nebbia di contorno,
I rumori  del quotidiano tra tran
 m'infastidiscono..
Fuggo per non riempire tasche
 d'aria fetida.
 sola e triste mi rifugio
 dietro il palco delle idee,
 in comiche o tragedie
 facendomi doppio attore.
 vorrei essere o non essere.
 ho tra le mani un teschio, vedermi
 osservata da quelle orbite vuote
 non mi spaventa.
 ne vedo il tempo lupo
 che ha consumato i suoi tratti.
è insito sulla mia memoria timbro
per riscoprirli,ma c'è questo
velo nero che schernisce.
sento sotterranei fiumi
che ribollono e per placarli
m'infilo sbieca sulla cruna dell'ago
anche se so che 
la sua punta ha bucato la certezza.
ma sono ancora e ancora
filo di costanza
che vuol cucire
la ferita troppe volte aperta.
perchè anche con vela rattoppata
varcherò
a fil di vento l'orizzonte
dove la libertà sempre chiama.
ecco ragazzo mio la risposta...
nel mio mare di tristezza
navigo conscia che la vita
è continua scoperta.
ma dopo questa sofferta traversata
poggio tremanti le mie orme
a terra ,attirata dallo stupore
che riflette quel luciccore d'amore
che scivola sulle tue gote
si svenano improvvise
le paure bianche.
e sul vermiglio
accompagnano
un battito innamorato.
ecco scende una curva di sale
e luce sotto l'occhio dell'innocente
di 
quel ritmo di risacca sciocca che s'accentua
 

 

Senza respiro.

Ansimi erranti in libertà vigilata
risuonano tra echi di silenzio ovattato.
 
Parole inutili tra amplessi frettolosi
storie riaffiorano come conati di vomito.
 
Difficile rimettere insieme i cocci
il mastice dell’amore è collante obsoleto.
 
Ci vorrebbe il cuore, ma latita da tempo
e l’anima ha rinnegato ogni sentimento.
 
Ora la solitudine ha significato
se l’amore è vissuto senza respiro
 

Il mio giardino

Ho erbe essenze spontanee
nel mio prosaico giardino
ho strappato divelto fiori
da selezioni accurate frutto
pei colori la forma l'aroma
ora son solo verzure anche
urticanti adornate d' infime
efflorescenze selvatiche
sempre più rare e neglette
e mi sono più care viepiù
son scarto del comune bello.

Una foglia

Si perde tra i raggi di questo nuovo sole,
l’immagine della mia anima irrequieta
che ha deciso di correre per non morire,
disegnando il proprio cuore
su questa foglia dal colore rosso bruno
figlia dell’autunno
lasciando che un vento senza nome
la trascinasse nel cielo più alto
cercando un angelo
o una presenza che mi aiuti
ad imparare,
a capire
quale mondo e dove cercare.
 
Il vento mi porterà
tra le mani di un diverso,
per essere risposta ai suoi domani,
tra i capelli di una strana donna,
per essere ragione del suo sorriso,
tra le pagine di un libro
per diventare storia o fantasia,
o mi lascerà cadere
tra le mani di chi disegnerà a sua volta un pezzo del suo cuore
e aspetterà un nuovo vento
per raggiungere nuovamente il cielo
imparando e cercando
un mondo dove restare.

Meridiana d’amore

 La sera che non ebbe più ore per noi
si lasciò morire sul tappeto; e lì,
senza la solita boria, senza il rumore dei corpi,
con la mira di un attimo sui marcatempi, colpimmo
la notte nel suo punto cruciale:
 
la costola dei lumi spenti.
 
Nella trama furtiva ed esposta,
il suo egocentrico buio
non le permise di curiosare
tra i nudi di quella stanza
e svanì mutata.
 
L’alba che ci prese, che ci prese ancora - voglio dire -
l’alba che volle da noi il giorno intero
come figli del riscatto,
l’alba - quell’alba! - è,
adesso,
che già non era allo sgravio dell’anno, la meridiana
di un altro costato.

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