Scritto da © SebastianoA - Ven, 23/04/2010 - 23:47
Tutto qui… (# 1 dell‘assenza)
E’ sulle trame delle assenze che si arrampicano tutte le apatie
nell’oscuro campo dietro gli occhi
nell’oscuro campo dietro gli occhi
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Scritto da © ventodimusica - Ven, 23/04/2010 - 21:10
L’autobus (vuelvo al sur)
Nel fumo del tuo sguardo
non conosco il tuo nome
eppure so di rivederti ogni ora
come la prima volta
e ti racconto sempre
dei miei colori
ma il vento cambia
ed il secondo pensiero
vaga e sfugge
centimetri d’aria
tra le mani
l’autobus che perdemmo quel giorno
passa ora
è un’immagine
di tempo indefinito
destino voltapagina
si sfalda
fammi tornare
verso luoghi nuovi
con lo stesso vestito.
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Scritto da © stellasenzacielo - Ven, 23/04/2010 - 18:30
La fine della notte
M'aggrappo stretta
alla notte
mentre il sole risorge
e i miei sogni
la luna porta lontano.
E'davvero ora
di ricominciare a vivere.
Abbraccio forte
la fine della notte,
e la imploro di
tenermi con sè
ancora un po'.
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Scritto da © Franca Figliolini - Ven, 23/04/2010 - 12:52
Naufragare
s'affanna il cielo di grigio
si chiude e precipita poi
di goccia in goccia
a migliaia a milioni
senza lenire l'arsura
l'acqua ruscella rapida
s'insinua nelle crepe e scava
scava
canali
generando frane
di fango
dagli occhi
alle labbra e giù
sul collo
ah!
era di te che parlavi
la falda freatica si riempie
e tracima
pallide figure stanno
coi loro inutili sacchetti di sabbia
sussurrano salmi o bestemmie
contemplando la rovina
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Scritto da © Anonimo - Ven, 23/04/2010 - 11:58
Cedere
Pre - 3
Posano ad uno ad uno
i passeri della noia
di cui il traliccio solito
in punta al capo
era tribuna e attesa.
Stiamo per volarci intorno.
In - 1
La campagna ha un cuore
che ci domina;
si muove l’altro, azzurro ad osanna.
Con cura i passi sporcano l’erba
di fruscii.
Nell’antro del petto
il battente si mostra aperto
a ciò che in mente non entra.
Ad ognuno tocca disobbligare
i fiori dal canto.
Pro - 1
Tendimi! tendimi!, come molle le mani.
Le lingue
vanno tra di noi
come liberati dalla bastiglia
ma testardi muscoli al fianco
di una rivoluzione.
Distanze ultime le quasi parole.
Il silenzio si spiega dalla presa delle dita.
Con - 1
Da farsi
per comparsa il tuono.
Cala qualsiasi nero
a gocce:
Non so perché non sono
nero, o forse solo.
nero, o forse solo.
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Scritto da © fantasia - Gio, 22/04/2010 - 18:46
Coriandoli sbiaditi
Foto in bianco e nero
stracciate
piovono dalle tue mani
frenetiche convulse
a fare coriandoli sbiaditi
della tua esistenza
della tua storia
ora sono tutte ai tuoi piedi
meste disseminate in attesa
di un colpo di vento
gelido e furioso
a portarle lontano
disperse nel nulla
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Scritto da © Gianluca Zanella - Gio, 22/04/2010 - 13:16
Sei con me stanotte
Stanotte sei con me nella tua interezza
nel più stretto abbraccio l'essenza di te. Leggi tutto »
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Scritto da © ileana - Gio, 22/04/2010 - 07:21
per un tozzo di fango
non c’è più terra fratello
sulla quale procedere guardingo
fianco a fianco
spalla contro spalla
che protegge dal nemico
sulla quale procedere guardingo
fianco a fianco
spalla contro spalla
che protegge dal nemico
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Scritto da © Anonimo - Mer, 21/04/2010 - 21:55
Pre cedere - 2
Sotto l’arco di trave sta come la soglia
la vecchia donna: in grembo due tremori,
ma niente dal gelo che si veda.
Il sole si fa minimo per entrarle negli occhi.
Non c’è spazio quanto distanza:
chi chiuse le palpebre, volle la notte.
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Scritto da © Jhonnydark - Mer, 21/04/2010 - 17:21
21 aprile...a Roma
Pure co’ te ce risemo a ‘st’appuntamento
che, anche si passa er tempo, nun se pò scordà;
e ne so’ passati de anni, più de dumila e settecento,
da quanno Romolo ha fondato ‘sta città!
Roma… tutti te conoscono pe’ er Ponentino,
pe’ li vicoli, co’ storie d’amore e d’ammazzamenti:
dai tempi der Pretorio, co’ le meretrici, a Rugantino,
tra sbruffonate e cortelli e teste tajate ai delinquenti.
E poi ‘n dove te giri, a Roma, vedi solo spettacoli stupendi:
giardini, chiese e colonne che so’ ‘nvidia der mondo,
er Colosseo, poi t’affacci ar Cupolone e da lì nun scendi
e ripenzi a ‘sta città, attraversata dar Tevere biondo…
E te chiamamo perla tra le perle pe’ quanto sei bella,
che da ogni parte so’ venuti monarchi e Papi a fatte riverenza
e nisuno mai che è annato via alla chetichella…
e ancora oggi e sempre a te tutti l’onori dell’occorrenza.
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