Scritto da © veronica - Dom, 11/07/2010 - 16:05
l'alito della morte
a chi appartiene
questa vita senza più parole
né gesti né spazi
solo silenzio
e vuoto
e tempo
troppo tempo
inutile tempo
per non vivere
di chi è questa vita
che ho incontrato
sulla mia strada
e mi cammina accanto
stringendomi forte la mano
fino a dolere
la strattono
ma non si stacca
mi sta addosso con l’alito della morte
sempre più vicina
sempre più dentro
la mia anima
ha mani viscide
che si attorcigliano
alle mie vene
e ne spremono
il sangue ha unghie affilate
che graffiano la mia schiena
andrò con lei
mano nella mano
ovunque mi porterà
incapace di disfarmene
fin quando
anche lei svanirà con me
e allora
e tempo
troppo tempo
inutile tempo
per non vivere
di chi è questa vita
che ho incontrato
sulla mia strada
e mi cammina accanto
stringendomi forte la mano
fino a dolere
la strattono
ma non si stacca
mi sta addosso con l’alito della morte
sempre più vicina
sempre più dentro
la mia anima
ha mani viscide
che si attorcigliano
alle mie vene
e ne spremono
il sangue ha unghie affilate
che graffiano la mia schiena
andrò con lei
mano nella mano
ovunque mi porterà
incapace di disfarmene
fin quando
anche lei svanirà con me
e allora
sarò libera
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Scritto da © veronica - Mar, 13/04/2010 - 23:14
la festa che vorrei
La festa che vorrei
non ha giorno sul calendario
né mese
né tempo
né spazio
la sua musica la suona il vento
che muove passi di danza
su nuvole bianche
di mille angioletti bambini
è una festa di non compleanno
senza torta
senza candele
senza spumante
ma in dono
mille palloncini colorati
da far scoppiare uno ad uno
per liberare sorrisi
baci
carezze
e tutte quelle parole
che sono andate perse
tra paure e tormenti
soffocate in un grido
che strozza l’anima
per sempre.
Chissà se Dio
darà mai
la festa che vorrei.
(1a classificata concorso poetico "VersEGGIando " Spoleto2010)
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Scritto da © veronica - Dom, 03/01/2010 - 02:31
anime perse di Veronica e Maluan
ho indossato un vestito di mille colori
per ingannare il battito
gocciolante dolore
Un’ infinita tenerezza
per quelle stille stanche d’attesa
sdrucite e cadenti da un petto affannato
donate da un'emozione
sorte da una nebbia
ormai diradata
che rivela un sogno
che rivela un sogno
strappato dal vento
nel mare infinito
nel mare infinito
per sempre disperso
Ma l’eco dell’ onda
risponde al richiamo del cuore
e riporta impetuoso
il sapore del sale
di lacrime appese
a pensieri di vetro
di mani strappate
da corpi di seta
di pugni protesi
ad offendere il cielo
Ricolmo di rabbia
frano in ginocchio
col capo a sfidare
un grigio tramonto
che presto concede
il suo tempo alla notte
di inutili stelle
di fragili lune
di sogni passati
dai colori sbiaditi
che dettano al cuore
incomprese parole
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Scritto da © veronica - Mar, 29/12/2009 - 18:32
2010
in mezzo a queste onde
increspate dal vento
dove spesso vortici
tentano di annegarmi
dammi un attimo di respiro
un legno a cui appoggiarmi
le ali di un gabbiano
per sollevarmi
quel tanto che basta
per non bere sale
placa il sibilo del vento
che non mi confonda
dai forza alle mie gambe
per tenermi a galla
accendi il sole
perché io non geli
e in un’isola sicura
dammi approdo
che io possa aspettare
il bel tempo
per tornare a casa
e trovar pace per sempre.
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Scritto da © veronica - Mer, 23/12/2009 - 03:36
quel che ti chiedo
regalami parole
che io possa inciderle
sulla pelle
e rileggerle ogni volta
che la tua assenza
percorrerà le mie braccia
in un brivido
poggia sui miei occhi
il tuo sorriso
lo stamperò
in un pezzo di cielo
e mai nuvole nere
diverranno pianto
raccontami i giorni
delle tue paure
delle tue incertezze
li curerò
avvolgendoli
in bende d’amore
prendi per mano
i miei sogni
fantasmi della notte
disperdili
in mondi lontani
che il loro profumo
evapori dalla mia mente
e torni reale l’amore
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Scritto da © veronica - Mar, 22/12/2009 - 00:10
l'incendio
e tutto finisce in un attimo
il fuoco brucia
le mie disattenzioni
alte lingue di fuoco
annientano le certezze
d’impotenza mi vesto
confondendo anche
il più semplice gesto
e urla di paura
si alzano oltre il crepitio
del legno annerito
del metallo incandescente
tutto è deforme attorno
come il pensiero
che corre oltre il presente
e vuol fermare il tempo
per aver tempo ancora
prima che sia tardi.
prima che tutto si perda
in un boato
che bruci anche le lacrime.
che bruci anche le lacrime.
»
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Scritto da © veronica - Gio, 17/12/2009 - 19:12
sogni e incubi
all’ancora il veliero dei sogni
attende i passeggeri
decisi a salpare via
dalla banchina della realtà
verso nuovi mondi
in costruzione continua
e senza approdo
Si annulla il tempo
l’orologio si ferma
levata l’ancora
si va nel paese dei balocchi
dove ogni sogno
diventa presto incubo
non si fugge
si attende che quel nulla
diventi vuoto
che smaterializzi il cuore
e preghi
che qualcuno ti svegli
e ti dica
“son qua con te,
non aver paura,
tutto è stato
solo un brutto sogno”
ma solo
alghe sul fondo
di un mare nero
dove sto annegando
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Scritto da © veronica - Mer, 16/12/2009 - 16:13
Buon Natale (videopoesia)
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Scritto da © veronica - Mer, 16/12/2009 - 00:42
Caro Gesù Bambino
Caro Gesù Bambino
dammi la tua santa mano
poggiala qui vicino
rendi il mio cuore sano
riaccendi in me la luce
che sciolga questo gelo
ridonami la pace
avvolta dentro un velo
cancella dalla mente
tormentosi i pensieri
io vorrei solamente
tornare ancora a ieri
quando era sano il cuore
sconosceva ferita
quando c’era l’amore
e tutto era in salita
Con le piccole dita
scivola nella mente
regalami la vita
un poco solamente
Vorrei volare ancora
su nuvole di sogni
soltanto per un ora
dimenticar gli affanni
per portare nel cuore
anche solo un ricordo
indelebile fiore
melodia di un accordo
ascolta questa voce
ti supplica ogni sera
quando la notte tace
e l’anima è sincera.
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Scritto da © veronica - Dom, 13/12/2009 - 23:54
tempo scaduto
nel cassetto
dei ricordi
ho riposto
gli attrezzi
dell’amore
la passione
che agitava
il sangue
quando
danzava
nelle notti
d’estate
sulla spiaggia
brillante
di luna
e fremeva
ai baci
il giovane
corpo
di donna
l’attesa
che contava
le ore
i minuti
i secondi
aspettando
il rumore
che il vento
portava
segnale di te
che mancavi
ai miei giorni
i dubbi
che tenevano
svegli
i miei sensi
scucendo
domande
mai fatte
intessendo
risposte
mai dette
dentro un cervello
di penelope
su una tela
macchiata
di incertezze
i sogni
con cui respiravo
una vita
non mia
goduta
da un alter ego
egoista
che mi rubava
le notti
lasciando
il vuoto
negli occhi
cechi e
vaganti
in realtà
deviate
i baci
che nutrivano
emozioni
quando
l’abbandono
era miele
collante
per corpi
affamati
di labbra
di pelle
di umori
di aspri sapori
goduti
assaggiati
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