AnonimoRosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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blog di taglioavvenuto

Te la racconto così, come venuta

Oggi, di testa, sono tornato da Leyla
 
Ripetevo come un pinocchio
questo legno, questo legno scuro
che fa ombra
un graticcio, un viticcio
 
Ah
la tv bianca e nera, a proposito l’hai venduta?
tu, che sgrani i misteri
come patatine
 
 
O perlomeno, in frigorifero
ne hai una bella riserva, come me
che un plaid attento sulle ginocchia
ci potremmo divertire
 
ti sei alzata, il deretano pastoso impresso di rosso mezzaluna
la latteria
una ragazza scalza occhieggiante dalla cucina
il caffè
 
E carogna, ti sei portata la coperta
l’hai lasciata cadere, una seta, a mezza strada
 
 
 

Dicono

Dicono che il sole è vita
la terra madre
che l’uomo sia figlio a dio
uscito dal mare
la sabbia bianca, rosa, nera, gialla

Chiocciasse un mormorio di pace

Che avessero abbracciato il cielo con un tocco di rugiade
è scritto
sotto i mari impresso
 
che viaggiasse luna
maree
 
inoltrandosi la notte
 
Nei boschi di ciliegi
chiocciasse
un mormorio di pace
 
E gli occhi della Terra fruscianti, all’apparir del giorno
aprissero le braccia narrano
questi naviganti  

P.s. ma si può ancora scrivere così? 

Il Gazebo

S’accorse di aver cliccato inavvertitamente con il dito pollice, o forse con un’intenzione partita da un inconscio che non aveva fatto in tempo, o voluto, controllare, sul tastierino in basso a destra del Motorola stretto longitudinalmente tra le dita.
Aveva lasciato scorrere più volte la piccola camera, nelle prime ore del pomeriggio dopo avere mangiato un panino al bar-mensa dell’ospedale ed aver letto tre quotidiani, su giardini pieni zeppi di siepi e parcheggi ai lati, e mancanti di aiuole, per documentare, insieme allo squallore di una totale assenza di colori vivi naturali, la similitudine con lo stato d’animo che quel giorno, e in quell'ora, lo stava soffocando.
Attendeva di conoscere l'esito di un intervento operatorio che si andava prolungando oltre il previsto e, impaziente com'era, avrebbe desiderato quasi che la natura gli avesse voluto anticipare, con il suo rigoglio, un segno benevolo e comunque di speranza.
Arrivato all’altezza dell’unico gazebo del prato circondato da padiglioni di cemento vivo, era rimasto colpito dall’improvvisa macchia azzurra che gli aveva invaso l’obiettivo e l’occhio, quasi una fastidiosa puntura di un insetto che avesse voluto arrecargli un ulteriore danno.
Andrea abbassò il cellulare fino al petto, per rendersi conto se fosse la rifrazione o l’insetto veramente, e rimase a guardarli ad occhio nudo.
Era un’intera famiglia, una famiglia probabilmente nordafricana, o indiana.
Dalla ventina di metri da cui li stava osservando non avrebbe potuto dirlo con certezza., poi invece pensò, magari sono pakistani. La donna che aveva dato colore alla camera del cellulare difatti, vestiva una specie di sari e gli uomini seduti in circolo sulle panche, coi bambini e tre donne più anziane, vestivano vesti lunghe fino ai piedi di un bianco sporco e sulle labbra portavano mustacchi importanti.
Andrea pensò ancora, deve essere la figlia, perché nessuno dei due uomini aveva i mustacchi color bruno.
La donna in piedi stava distribuendo sul tavolo circolare, tirandoli fuori con cura da sacchetti di plastica ad uso alimentare marchiati coop, sacchetti di carta bianca grandi e piccoli, e due pile di piatti e bicchieri, di plastica lattea.

Così, come così

Così, come così, le labbra cotonate al genio
chimico/
retrogusto il palpito/
così addormentarsi nella sera
ed il risveglio/
un'altra notte, la tua bocca
 
 

Delle forme, delle Idee, delle Categorie a Yellowstone

“Andiamo Bubu”.

“E dove?” rispose Bubu saltellando ora sulla punta di un piede ora sulla punta dell'altro onde cercar di capire qual'era la gamba migliore che avesse, di cui potesse fidarsi di più nel caso gli fosse capitato di dover correre su una gamba sola, o anche unicamente di camminarci, su di un solo piede, a Yogi Bear che già si stava incamminando spedito.

“Mi verrà in mente durante la giornata” si lasciò sfuggire l'orso più grande sorridendo tra se e se con espressione furbesca e sorniona senza aggiungere alcunché non voltandosi comunque né di lato né tanto meno indietro, che altrimenti l'amico avrebbe potuto pensare chissà cosa una volta che gliel'avesse scorta.

Si si, Yogi conosceva perfettamente il compagno, o almeno credeva di conoscerlo stante che erano nati lo stesso minuto, la medesima ora, giorno, mese ed anno, ed avevano sempre convissuto.

Sapeva per esperienza che a Bubu, a volte succedeva.

“Quello è un salmone” aveva urlato per la gioia alzando le mani al cielo Yogi dopo averle tenute a mò di visiera sugli occhi. Per alcuni istanti, dato che erano sulla sponda che dava contro il sole: un sole che così pulito tutti e due, sia presi isolatamente che insieme, non l'avevano mai visto riflettersi sulle onde argentee di quella enorme, pericolosa ed altrettanto immaginifica, ombrosa, fresca distesa d'acque.

E Bubu di rimando abbassando ambedue le braccia lungo il corpo. “è una carpa”.

Wanderer

Coccodé, m’è uscito, ora lo doro un po’
ci aggiungo il blu, lo spaccio
coccodé coccodé l’ho riempito di parole ma come sono bravo oh
 
genuflessione
 
che cossa me ne ‘mporta a mme signore, la parola?
Eh: è n’gioco.
Spilucco qua spilucco là, se non c’è l’invento che fa fino, genio
Fa, La, Mi, Do.
 
E intanto
penzo al premio Strega, o al Campiello i dì di maggio, sventagliate svegliandovi bambine
penzo, e ripenzo, alle Eminenze loro
a cosa scriveranno d’epitaffio:-
Io, ed esse, passammo a miglior vita
 
Dimenticando la tragedia greca
mia, e affini
 
 

La più ascoltata in macchina

 
Negli USA è risulta ta ta ta ta la più ascoltata facendo l'amore in auto. Voi cosa ne dite?

Pareva una stagione

Pareva una stagione, questa tua, di blu
parentesi
adottata con la vita
che cammini scevra/ feste d’imperio
al rosa astaride
 
 La fragile inquietudine rovesciata a fronte/ per guardarsi gli occhi
senza paraventi, e piovvero
 
ancore di sera

Via Margutta

Nenia
strisciante sotterranea, vocalizzi al passo d'una storia brava
da ombre esagonali a squarcio
 
Battiti moderni
un fiore di farina a sgrano
 
Tornano pieni, e lune e alberi
sotto le colonne ad arco, centellinate a semitono
in si
 
torna la via Margutta
con i suoi pugni a diesis
quasi un fiore in mano prima d'incamminarsi a nanna

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