Di rumore tacendo
Muta come falena
che gira sempre in cerchio
sedotta da raggio di lanterna
immagino il trionfo della luce.
Muta come colore
tinteggiato sulla tela
mi muovo sonnambula
come ragno a parete.
Zitta come il silenzio
nascosto nel ticchettio dell'ora
di un istante dimenticato
nella pancia del tempo.
Zitta come il rumore
dell'assoluta distanza
tra lo spazio e il suono
nel pomeriggio assonnato.
Sono raccolti negli angoli del cielo
e appesi sopra la memoria
questi momenti taciturni
che viaggiano su navi di cemento.
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Assioma autunnale - atto primo
Vincent Van Gogh Cineraria in a Flowerpot
E fu una scossa nella schiena
che mi disse: fermati!
Fu il movimento brusco della mente
forse un gemito di vento
sulla cima del silenzio
per colei che si mosse sul monte
una salita e una discesa di legno
e sacchi pieni di parole
come fiori medicamentosi da seminare
Adesso aspetto che passi
e canto alla vita come posso
giocando con le piccole cose
nel turbinio di una grandine solitaria
Mi parla il profumo dei miei fiori
che chiedono acqua al ghiaccio
Son ciclamini rossi e cinerarie
queste macchie che tingono la terra
che aspettano l’arrivo di novembre
per parlare di morte ai morti.
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Io non ti ho visto gli occhi
A. Rodin Il poeta e la musa
Io non ti ho visto gli occhi
quando ho ascoltato
lo sguardo penetrante
appoggiato alla spalliera
la testa sul cuscino
la spalla sopra il lino
e il cielo nascosto dalla tenda.
Io non ti ho visto gli occhi
ma il tremito confuso delle mani
bisognosa che chiedeva
di perfezionare amore trionfante
di noi, tu ed io, arresi
nella completezza dell'istante
sudati, appagati irrimediabilmente.
Non ti ho guardato gli occhi
e abbiamo scosso il vento
di alchemica passione
occulta l'anima e zingara la vita
andiamo verso la tempesta
ignorando il riso illusorio della quiete
che non ci appartiene ancora.
Il nostro letto è angolo e breccia
è scheggia di benessere
brusio che disperde gocce
ubriache di silenzio
assaporando il fremito incontrollato
della pelle che arde sdraiata.
Ora si posa l'occhio chiuso
e giocano le mani coi capelli.
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L'innocenza dell'eros
Tinte di estatico adulterio
dove l’occhio cattura luce
e pesca perle in campo nero
Lei ha schiuso la conchiglia del suo volto
volgendo nell’istante cento sguardi
come a voler mostrare l’innocenza dell’eros
Nero lo sfondo della notte
dove la guancia esprime adolescenza
resta inviolato l’amore senile
Lui prese dal cassetto la speranza
fatto indossare il bianco dove l’ascolto canta
la meraviglia di un mistero armonico
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Frammenti insondabili di tempo
Il tempo è una storia interrotta,
un pomeriggio con le finestre aperte
più in là
dove il sole si ritira oltre la nebbia.
e sembra sia finito questo cielo
che si confonde con le acque.
Eppure,
ho la strana percezione
che ci sia qualcosa di sbagliato
in questo azzurro che ciondola nell’aria
Forse questo frammento che sembra infinito
prima o poi finirà
nella fessura insondabile della pupilla
anche l’occhio s’imbarca
ed esplora l’altra parte del cielo
trafitto pietra su pietra da un muro di stelle
oltrepasso l’orizzonte
che m’inchioda lo sguardo
in un punto astratto in cui la notte è distante
dal mattino perso in un istante
Ho infilato le mani nelle ombre
aggrappandomi a un filo di nuvole
persa nel terreno vuoto dell’infinito
Nel luogo rivelato oltre l’esistenza
i flussi di pensiero partoriscono sabbia
cercando di trovare la materia
che nessuno cerca
Il tempo precipita nello sgomento
sottomettendo la memoria e l’abbaglio
spingendosi oltre l’impenetrabile
sull’altalena dei caprifogli.
20 MARZO 2009
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Indifferenza e resa
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Un muto incontro
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Il verde della foglia e la conchiglia
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Tra colonne di sale
A volte mi sento persa
e in questa terra straniera
dove la pietra ha nome disillusione
si incede lentamente in riva al cosmo
attraverso un filo di orizzonte
striscia il pulviscolo
sospeso tra le nuvole e il silenzio.
A volte mi sono persa
in un ambiente nudo
e a S. Giusto tra colonne di sale
con l'acqua panoramica ingabbiata nei silenzi.
A volte come adesso
sento che nulla scorre
e in questa indifferenza che mi assale
un freddo oblio accecante mi accascia,
nutrendosi di me
come un eco notturno che sa mettere a tacere Leggi tutto »
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