blog di matris

In quel tempo ti ho vista fuggire 

scalza delle tue orme, angelica.

Alzo lo stendardo e cremo la solitudine

nel buio del cielo una sola stella rimane

ad aspettare il suo turno, conficcata

nel petto, rosa di spine aguzze.

Pace sconfinata sulla terra degli eroi

Dal buio esterno

rischiara una lama di luce

l’attimo che ridesta nei pensieri

mari ondeggianti capelli d'ebano

carezze sul viso avvolto ai madidi sospiri 

al cuore evocano profumati incensi d'oriente.

 

Amore, bruciato

Sono dentro una svolta

addomestico il mulo

a girare le macine distrutte.

Densa la polpa schiacciata

lasciando della vita solo scorza

ed ossa destinate alle corone

una sacra altana è il cielo.

Non arriverà mai più

Quando ti rendi conto di tutto

di cosa pensa a sputare la gente

di quello che sputi tu

vai avanti creando

una sinapsi simbiotica

carpire, desiderare ancora

il carpiato discorso che mi segui

a non fare ciò che desideri

Da dove comincia uno sguardo.

Il dorso della testuggine cullava creature di sassi e selci.

Giro la ruota con passione

incido il corallo

medio la decisione

penetro infondendo brividi

ai rami d’erte opere allineate

aspettando un umano intarsio

a code di rondine, a petalo di fiore,

un piccolo germano reale

Aspettando, amore,

dirompi nel tuono cupo

al trasparire d’un velo

trascinato tra tappeti

ornati di nobile giada.