blog di Mariagrazia Tumbarello

 

 

 

Stai muto, 
dentro al cuore,
orma vivente ma come morta,
come muti i fiori
nei campi, 

Sanguina
dal mio cuore
una scia di ricordi
che si fanno parole,
e, 
poi,
dolore.
Un giorno,
a questo mio cielo buio,

Il mio dolore

è uno stillicidio di pensieri,

una fotografia che mi guarda,

una gioia che mi spezza,

il profilo indefinito

riarde il sangue rappreso,

e riscopro

tutto,

il profilo dei tetti,

e le onde ormai morte,

m'oriento appena

tra poesie e sogni,

tra pinzillacchere e sguardi,

che fanfaronata

sa esser la vita

coi suoi sughi passati a caldo

per sopprimere il giorno,

e quelle varianti sul tema

che appannano gli occhi

di bugie e esibizioni,

E in quell'ombra che fatale mi spinge all'oblio
e mi richiama a sé
col suo arco
e le frecce affilate
mi fa danno
più
del'oro colato
che scende dalla tua bocca
distesa in promesse perpetue.

 

 

 

non ci sono alberi nella vita
se non quelli
che  hai saputo creare
con il suono della fantasia,
tutto il resto è rumore
e il fragore brullo
della ghiaia che cingola i passi

non t'attendi

che la mareggiata

affranta

ti regali pezzi di vela

sospinta ai venti

da lievi amori passati,

o che tra i mirti imbionditi al sole

si accendano primavere fuori tempo,

passa la gazza

e con sé s'apprestano

t'amo di più,

amandoti come t'amo,

che se chiedessi

altro amore

per vezzo d'amore,

sommergerebbe la terra

e i mari lontani

questo valicare di confini eterni

che è il mio amore per te