AnonimoRosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

blog di Mariagrazia Tumbarello

mutar di stagione

sveltisce
il manto onorato e bello
al mutar di stagione,
carezze di seta il vento passa
sul collo pigro
degli steli alti,
affusolati come dita aggraziate
a cercar la luce,
e ora lasciamo
che la ruga si stenda al giorno,

musica

sbocciami
nei dì funesti,
d'amari calici soccombimi,
sia al mio cospetto
la tua accorta musica
lavacro quotidiano
di sepolte memorie.

pruni

s'insinua
a striscio
il molle riverbero di te,
stagliato
sulle dune di un pensiero
a picco sul mare,
odore
di pini e frassini antichi
serpeggian nella mente,
arcuando fantasie
e irricevibili tormenti,

salici amari

dove sei,
muto amore
del mio tempo migliore,
che una madonna separava
e il calice allungato
sulle tue mani incredule,
di porpora e vergogna
si annusavan tosto
le preghiere della sera,
quando a capo chino percorrevo

gomitolo

è gomitolo eroso
il tempo,
che si mangia lustri di noia
e di paesaggi intristiti
da nenie di paese
col cappello in fronte,
a guardare la paralisi del vento
accomiatare l'alba,
e smarrirsi nel fiore
più bello

ricchezza

mi ritrovo ricchissima da quando ho imparato a dare, infinitamente più ricca di quando accumulavo

spazio e tempo

occupavi il mio spazio,
e il mio tempo tutto,
e io, che coloravo di baci profumati
l'aria appesa al collo,
frantumavo le mie dita
ai tuoi avidi passaggi,
avidi come il ricordo
che serbo di noi,
adunati all'incrocio del vento
che sospira

orme

sei come
orme mangiate
da biada asciugata al vento,
che arretran di fronte al dì,
saran scintille di ricordi
incastonati
lungo direzioni sconosciute,
ora non sei
che l'obbligo
impresso
da avversi strali

in ospedale

ombreggian silenzi
sugli ormeggi bianchi
del finto grezzo lino,
pasteggian speranze
sulle spalle molli,
abbiandonate
come sacchi pieni
a perpendicolo del letto,
il fiore non è men fiore
se china il capo
a schivar la luce.,

sentire

Ansano fianchi nell'attesa,
spingendo fiumi d'amore
sulla plancia avida di noi,
perdiamo lumi,
riacquistando il senso,
deponiamo avidi fiori di glabro sentire
sopra l'urna immensa
che fu il nostro grande amore,
avvolto dalle nebbie padane che

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 1 utente e 5041 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Rinaldo Ambrosia