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blog di john venarte

Dissolvenza

 

Mi addormentai in un tuo sogno
Senza sapere dove io fossi
E mi svegliai sognando
Tra le ciglia incantate
Cullato dolcemente
Come una lacrima
Che ti scivola
Sulla guancia
E tocca
Te e
Poi...

 

Selvaticamente smuovi il vento

Selvaticamente smuovi il vento,
Accogliendo sulle tue labbra
Il fresco gocciolare del tempo
Come, della clessidra, la sabbia.

Ad ogni tuo battito di ciglia
Si aprono nuovi orizzonti
Densi di perla come conchiglia
Che nel tuo petto dolcemente affondi.

Ma è sul tuo bianco collo che vedo
Attorcigliarsi il tuo profumo,
Ed ogni cosa in cui io credo
 
Svanisce come nuvola di fumo.
Così il tuo sguardo mi rapisce
Intanto che l’alba si schiarisce.

Teatralità

 
Presto! S’alzi il sipario su di me!
E’ l’ora della mia messinscena!
Plausi e applausi dall’arena
E i miei occhi fissi su di te.
 
 
Fermento e voci dietro le quinte
E sul palcoscenico polvere c’è
Che sale e volteggia senza un perché,
Mentre dal pubblico parton le spinte.
 
Conosco a memoria la mia parte
Incisa col fuoco nell’anima mia,
E son pronto a dedicarla a voi
 
Dando sfoggio di questa mia arte
Che non lesina colpi di scena e poi
Vi trasporta come poesia nella magia.
 

Picasso di cuori

 
Del tuo corpo usasti il cuore
Per dipingere la guerra,
Per descrivere quell’orrore
Che invadeva la tua terra.
 
Poi dal blu fosti preso,
Incantato e non più restituito.
Di quel colore che non fu illeso,
T’inebriasti immalinconito.
 
Ora giace sulla carta quel pennello,
Che di cubi e di rosa fu pregno,
Di un tratto a tratti più bello.
 
Consolan ora quel regno
Les d’Avignon demoiselles
Che di luce son per sempre il segno.

Incenso

 

Aleggia come un manto su noi
E respira le nostre preghiere
Nutrendosi di glorie e poi
Scacciando nella selva le fiere.
 
 
Fu alito d’amore nel cielo
Disceso tra le terre d’Arabìa
A dischiudere il fiore dal gelo
Sprigionando su noi la magìa.
 
Tra le tue mani ancora chiuse
S’insinua come foulard di seta
E non cerca perdono né scuse
 
Ma solo un cuore non più di creta.
Rimettendo i tuoi peccati di donna
Nel bimbo che nel tuo grembo sogna.
 

L'emozione si fa goccia

 
E’ un continuo, dolce, rifiorire
Vederti affacciare dai tuoi occhi.
Il buio sembra d’un tratto svanire
E par che la luce, alata, ti tocchi.
 
 
Sorrisi paion spersi nei tuoi risi
E l’incanto del tuo sguardo volge
Dove si specchian mille e mille visi
Cui l’anima incessante si rivolge.
 
E sulle tue nere ciglia traspare
L’emozione che scende e si fa goccia
Di una poesia che di colpo appare
 
Come la scritta incisa su una roccia:
“Per te ho attraversato la follia,
perché tu fossi tutta e solo mia!”
 

Confidenzialmente...

Traspiri come goccia su di un vetro…
Traspari come pioggia in un pineto…
Nei miei versi scorgesti l’infinito…
Ti gettasti insieme a me sulla metro…

Ti scorsi in un corso di storia…
Si parlava di guerre e battaglie…
Tu non udivi e giocavi a biglie…
E facevi il vuoto con la memoria…

Per te il tempo si curva ad ogni angolo…
E lo spazio s’accorcia lentamente…
Poi fra me e te l’eterno solo…
 
E l’ombra di un’ombra che sovente…
Sovrasta i canali e in cima al polo…
Svanisce poi confidenzialmente…

Vento. bacche e uva

 

Rimesciammo il nostro tempo e poi
Ci illudemmo di fermarlo con noi.
Non ci cucimmo le labbra chiuse
E non usammo raggiri né scuse.
 
 
Cosparsi sulle viti, mille soli
Ad accarezzar noi due soli,
Dopo venne il vento a solleticarci
A sorriderci e piano a sognarci.
 
Dalla duplicità facemmo una,
Una e sola, la nostra essenza.
Sfiorando le bacche e l’uva
 
Di baci ci nutrimmo, e poi senza
Ali, dal cielo rubammo Luna
Che non subì la nostra assenza.
 

Oltre il mio sguardo

 

Con lo sguardo proiettato oltre
Il margine infinito dell’eterno,
Senza avere più sugli occhi quella coltre
Che ci chiude le porte del Regno.
 
 
Sognando e risognando quel volto
Che di volta in volta traspare, io
Mi sento dai peccati assolto
Come riflesso sul viso di Dio.
 
 
E non più carne in questo mio corpo
Assaggio l’essenza del cielo blu,
Ricordandomi che sono risorto
 
 
Senza più paura di guardare giù,
Ma, sugli oceani di stelle, planare
Librando come goccia di mare.
 

A che vita giochiamo?

 

E adesso a che vita giochiamo?
Lascia i dadi e le pedine
Ti basta soltanto dirmi:”Ti amo!”
Non usiamo anelli né fedine
 
 
Ma solo il cuore come richiamo,
Lasciamo agli altri le moine…
E allora a che vita giochiamo?
Parliamo in versi, in strofe, in rime,
 
 
E poi bruciamo insieme al fuoco.
Noi due, tizzoni d’un amore ardente,
Semplici ipotesi d’un disegno infinito.
 
Di baci e carezze la tua pelle carente
Inebriandosi si farà giuoco
D’un sentimento giammai finito.
 

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