blog di Hiyya

“Spostati,
il mio sentiero passa sulla linea che divide i tuoi piedi e per me l'alternativa è il baratro.

Stamane la siepe di caprifoglio piangeva, gli spini del biancospino spuntavano cattivi fra le foglie, le nuvole parevano l'esercito del signore del male.

Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l'ignoranza in cui l'avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo:

Allora, parliamo un poco, ascoltiamoci a vicenda, raccontiamoci cosa è stato tutto questo oggi che è appena passato.

Raccontami cosa hai provato quando hai visto come camminavo, come strisciavo lungo il muro della mia solitudine.

Sgorga un fiotto rosso
dalla tua vena del cuore
e allaga le mie mani
e urlo.

Non voglio che tu muoia,
non voglio il tempo senza di te,
non voglio il buio della tua voce
e non voglio che i miei occhi ti cerchino
dove non ci sei.

Tampono con mani che tremano,
metto fili di ragnatela
per fermare la fuga della tua vita,
e lego gli occhi agli occhi,

E' tardi e non voglio farti troppo affaticare. Accendi una lampada e
andiamo ai piedi della montagna. Non si vede distintamente e non
potresti vedere, altrimenti, nel profondo delle tue tenebre, l'eterno
azzurro che vive in questo buio, e la calma irresistibile dell'infinito,
anche se il suo rumore riempie tutto.

Figlia di luce,
figlia nata solo per volere,
figlia che canti con me le canzoni dell'amore,
ti porterò dove nessuno oserà arrivare. Ti farò vedere dove nasce la fonte, dove salgono i camosci
e ti insegnerò a camminare sull'orlo dei dirupi,