blog di Giovanni Perri

raccontami la luce quando piega
appena dentro il sonno le case
e le voci rientrano

poi, di nuovo, spaventami:

Io tocco la notte.
Tocco le volte che mi fanno cielo sulla testa i silenzi
e cade il tempo delle cose non viste:
per questo mi appanno nel tuo occhio e mi disegno

o forse è l'onta dell'amore, che mette sottosopra i corpi e crea i silenzi, infiniti frammenti di me sulla parola scritta.

per il poco che posso mi rivaluto una tua penna d'oca costata ad occhio e croce dieci franchi al mercato del baratto e dell'usato;

dicono che questo vento faccia piangere
e che la pioggia faccia scrivere
ed io ti dico che ho un tamburo nell'orecchio
e quando piove la gente non la vedo, allora

scaffale vecchio impolverato terza copia in alto a sinistra fuori piove:
vengo a prenderti con un ombrello cammineremo abbracciati ci toccheremo le guance:

 

è quando cerchi un silenzio nell'arte
e sali o scendi e non esiste un piano
oppure il piano è la parola
che si apre o si chiude