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blog di Franco Pucci

Pensieri corti (III° cap.)

l’occasione persa 
 
Quando sono morto, io non c’ero.
Ero troppo impegnato a vivere.
E’ stato un bel funerale, mi hanno detto.
Peccato, sarà per la prossima volta.
Avvisatemi prima, però!
 
****
parallelismi
 

Pensieri corti (II° cap.)

immersione
 
Mi immergo nel lago profondo
dei tuoi occhi cristallo.
Discendo le correnti ,
mi soffermo sulle tue labbra.
Poi giù, fino al tuo cuore.
Dolce approdo per chi sa nuotare.
 
****
ingordigia
 
So cosa vuol dire

Senza pudore

Ancora stupirò gli occhi prima che il buio accenda l’ultima luce
leggerò di noi, delle parole che un tempo inclemente ha inciso
nella neve e niente riconoscerò di me in quella mano impudica
che ha scritto della vita, del nostro amore con parole mai dette.
 

La canta della conta

“onze, donze, trenze,
quale, qualinze, mele, melinze,
riffe, raffe, cece”…
 
un pallottoliere bambino
due lacrime sul cuscino,
mia madre col suo sorriso
che mi asciugava il viso
 
disteso, gli occhi chiusi

Pensieri corti (I° cap.)

amore al mare
 
Nutrivo con acqua di mare
le foglie di un giovane amore 
bruciato ai raggi del sole
è rimasto un pugno di sale.
 
****
amore rappreso
 
Come sangue rappreso
su un cuore ferito
da un amore concluso

Del Dolore e dell'Amore

“Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.”
 
Fernando Pessoa
……..
 
Se la sutura di una ferita profonda
non trattiene il ricordo di un dolore

Una canzone per noi

In questa notte mentre una falce di luna fa messe di giovani stelle
giunge il respiro dei pescherecci come canto d’amore per il mare.
I gabbiani ammutoliti ascoltano sbuffi e cigolii farsi crome e diesis
che il sibilare del vento intona tra i casseri ormai disfatti dal sale.
 

L'eskimo verde militare (dissonanza cromatica)

In fondo era solo un agognato panino con i wurstel e i crauti,
alla “Crota Piemonteisa” vicino a San Babila a Milano, perché temere?
L’aria non era delle migliori, è vero, con tutti quei lacrimogeni
ma avevo finito di insegnare grafica ai pochi assonnati volenterosi.

Io e te, infine

Erano cucite sulle ali di un gabbiano anarchico, 
domato quando il morire del sole rosseggiava
sulla neve che ora imbianca la rena della vita,
le sfrontate parole d’amore sussurrate al vento, 
ma urlate nella poesia di un amore mai scritto.
 

Peso lordo meno tara uguale peso netto?

Aveva un’andatura claudicante, ondeggiava quasi fosse sul cassero di un peschereccio. Lo seguivo dappresso anch’io con la mia camminata circospetta di chi sente la terra ritmare strani brani latini americani sotto i piedi e non ha mai imparato a ballare. Maledetta cervicale! 

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