blog di Franco Pucci

rimbalzano martellanti

note e accordi nella mente

stranito un gatto insegue

la sua ombra come ratto

 

annego musica e parole

nel blu della memoria

mentre la luna lassù

ridendo cambia colore

 

Venite, vi aspetto appoggiato alla canizie

le tasche pieni di sogni, i piedi come radici,

ululate pure alla luna i vostri inutili inganni.

Nulla può ormai ferire un cuore scaltrito,

protetto dalla teca di cristallo degli inverni

dove ha nascosto paure e mistificazioni

Cinereo acrobata librato

tra opaline coltri d’ovatta

e liquida lastra di grigio

riflesso d’inquieti umori,

come aliante circospetto

silente sorvola planando.

 

Mimetico, tono su tono,

nulla, se non un fruscio,

La campana ha bussato tre volte,

il gabbiano vestito da gufo vola rasente le calli

alla ricerca di topi dislessici in tenuta da sub…

Meglio tornare a letto e riprendere il filo di un discorso

perso tra i sogni disperati di un’età avanzata.

 

Prendetemi così come sono, senza certezze

con l’animo inquieto diviso tra il cielo e la terra

frequento i miei dubbi che camminano in bilico 

sugli inganni tesi sopra il precipizio della vita. 

 

Odio i baciapile depositari del verbo assoluto,

[a testa ingiù]

Il paese senza tetti si specchiava a testa ingiù nella luna

un mazzo di rose avide d’amore inseguiva una farfalla indifferente

e il merlo sul divano fischiettava allegro irridendo il gatto in gabbia.

 

…quel triangolo di cielo arrovesciato all’insù 

con gli occhi socchiusi, feriti da scintille di sole

sdraiato su fili di verde, supino, a palme aperte 

conto le raganelle che saltellano tra le dita

 

Come una lucciola orba dalle pile scariche 

cerco a tentoni nel buio una parvenza di luce,

mille lumini in attesa di scaccini compiacenti 

che stanno morendo nell’asfissia dell’incenso.

 

Inginocchiato all’altare della tua indifferenza