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blog di Franca Figliolini

Il funerale

le facce perplesse al funerale
non-mio
ma di qualcuno che m'appartenga come fosse me
cercano tracce nel solco degli occhi
-sbattuti, avrebbe detto mia madre
 
facce sconosciute, come di chi si aspettasse
un altro morto, non non-me
 

Il flusso

*quell'eccesso di vuoto che ti coglie la mattina quand'è molto presto, ancora buio fuori/nessuna luce buca i palazzi di fronte, coglie lo sguardo che vaga incredulo cercando di definire i contorni sfuggenti/sempre come sempre. condizione di solitudine strutturale
 

Nebbia nella bassa

la nebbia certifica l'impossibile evidenza del reale
ammorbidendo gli spigoli nell'evanescenza
 
le sopravvissute linee rette stanno
come labari, segni neri dell'orizzonte perduto
 
eppure sai qual è e dove la luce che attendo

Temeferìd

                                                         A Fulvio e al suo

Non c'è peggior sordo

guarda, non c'è peggior sordo
di chi ha già sentito tutto, sempre
con le orecchie spalancate a captare
la minima vibrazione della luce
 
ma incapace di discernere
nello spettro di frequenze brancola
privo di colori, assurdamente
intrappolato nel marrone, mota

Dove

è così che abbiamo trascorso il tempo
cercando l'altrove
laddove c'era solo il qui
gli sguardi vicini di occhi lontani
il tremito delle labbra
la rosea inconsistenza dell'amore
- dove
ancora dove, colomba mia
frullo d'ali bianco
canto lieve

Ecco

*
quando ancora non ti amavo, quando ancora non mi amavi
 
*
ecco, questo è un buon punto
in cui disegnare l'origine del tempo
discriminare prima poi essere
noi
 
*
ecco, ora il tuo sorriso
una lucida fuga dalla notte un

come ride l'amore

 
 
come ride l'amore
nel precipitare nei tuoi occhi
negli in - dissoluti abbracci
stretti
 
eppure è lunga la distanza,
dilatata
mi asseta di saliva, mi assedia

Chi siete?

chi siete? avrei dovuto guardarvi
con più attenzione
 
decifrare la linea che vi attraversa
osservando l'ampiezza del gesto
il nidificare delle dita nel palmo
il suono primitivo delle unghie
 
senza lasciarmi distrarre
dalla dolcezza settembrina dei fichi

Natura morta

non ho più niente da dire allo sgomento
che accompagna l'alba
: aspetto il sole, adesso, insieme al ciacolare
di uccelli mutanti, resi neri dall'asfalto.
impigriti dalle discariche hanno smesso di migrare.
come me. fermi
in questo presente assordante

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