AnonimoRosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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blog di Franca Figliolini

Rosa no, non una rosa/A Rose no, not a Rose

 allora potremmo pensare di vivere
immersi in noi stessi
la vita come arte o l'arte come vita
tutto che combacia perfettamente si chiude
in un cerchio
di auto-spiegazione auto-assoluzione
tutto che funziona, ecco
le parole che trovano la strada semplici emergono
dalla congiuntura positiva

Poesia come donna che danza/Poetry as a woman dancing

oh, ma io sono una donna di facili costumi
vi amo tutti, tutti
avrete i miei baci, la mia bocca
tumida. La gonna a corolla che danza
sulle gambe
-fiore rosso d'inverno-
 
guardate! ho voglia di voi
se sapete cantare
e ridere seri, come bambini compresi

basta

ma adesso basta, basta, basta...
ci vorrebbe la grazia, ci vorrebbe la scintillanza.
invece c'è solo arroganza, una aggressiva mancanza di autostima che contamina tutto. un dolore cieco e sordo che fa strame di tutto.
basta con questa lue che mina le menti
ho bisogno di luce, di aria, di luce, di aria

Abiogenesi

Mia nonna credeva nell'abiogenesi.
Se due ciliegie battono fra loro per via del vento
-diceva
si forma il baco
: tutto sommato è una bella metafora
della nostra vita di relazione
adesso che nelle ciliegie i vermi non ci sono più
e nessuno le usa per farsi gli orecchini
 

addii

come se tutti gli addii non si fossero addensati creando
un grafo connesso
di grigi rimandi e neri vertici
trame insondabili
artifizi
 
la violenza è quella della notte fonda
quella dell'urlo
: questa
 

Facciamo che questo sia il sempre

vivida concatenazione d'azzurro
nel cielo estremo
che cade e rimbalza
 
avrei altri orizzonti come questi
ricordi, alienazioni
d'attimi rigettate all'esterno
come testimoni
che scorrono sotto gli sguardi distratti
 

Ipertesto

 la compattezza di questo momento
-nulla sfugge dal bordo
tutto è dentro, raggiungibile,
coerente-
quando il sole sorge dietro al palazzo di fronte
-c'è sempre un palazzo di fronte-
si riflette contro qualcosa
e mi buca lo sguardo invariabilmente
sempre

La camera bianca/The White Room - di Charles Simic

La camera bianca
di CHARLES SIMIC
 
L'ovvio è difficile
Da dimostrare. Molti preferiscono
L'oscuro. E anch'io.
Io ascoltavo gli alberi.
 
Avevano un segreto
Che stavano sempre per
Rivelarmi,
Poi non lo facevano.

Absit iniuria verbis

come la collera
scorsoio al fiato, la perdita
sì, così
il precipizio buio, l'innominato altrove
dove si perdono i nomi
smettono di risuonare, si fanno sillabe
fonemi
più nulla
 
bianca bianchezza d'assenza
lattiginosa umida
guaina della

Ho abbracciato James Joyce

Un giorno, a Trieste
ho abbracciato James Joyce.
Lo guardavo con occhi sognanti,
lui niente: fermo, in silenzio
non un battito di ciglia
 
Gli dissi che amavo
le biancondose appaiate parole,
le amavo indicibilmente,
ma nulla. Così voltai le spalle

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