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La camera bianca/The White Room - di Charles Simic

La camera bianca
di CHARLES SIMIC
 
L'ovvio è difficile
Da dimostrare. Molti preferiscono
L'oscuro. E anch'io.
Io ascoltavo gli alberi.
 
Avevano un segreto
Che stavano sempre per
Rivelarmi,
Poi non lo facevano.
 
Veniva l'estate. Ogni albero
Della mia strada aveva la sua
Sherazade. Le mie notti
Erano una parte del loro selvatico
 
Raccontare. Entravamo
In case oscure,
Sempre più oscure case
Fatiscenti e abbandonate.
 
C'era qualcuno con gli occhi chiusi
Ai piani superiori.
Il pensiero di ciò, e la meraviglia,
Non mi facevano dormire.
 
La verità è calva e fredda,
Diceva la donna
Sempre vestita in bianco.
Non lasciava la sua stanza quasi mai.
 
Il sole puntava a uno i due
Cose che erano sopravvissute
Alla lunga notte intatte,
Le cose più semplici,
 
Difficili nella loro ovvietà.
Non facevano rumori.
Era quel tipo di giorno
Che la gente definisce "perfetto".
 
Dèi travestiti
Da nere mollette per capelli? Da piccoli specchi?
Da pettini con un dente mancante?
No! Non era così.
 
Solo le cose come sono,
Che non battono ciglio, giacciono mute
In quella luce chiara,
Mentre gli alberi aspettano la notte.

******

The White Room
BY CHARLES SIMIC

 
The obvious is difficult
To prove. Many prefer
The hidden. I did, too.
I listened to the trees.
 
They had a secret
Which they were about to
Make known to me,
And then didn’t.
 
Summer came. Each tree
On my street had its own
Scheherazade. My nights
Were a part of their wild
 
Storytelling. We were
Entering dark houses,
More and more dark houses
Hushed and abandoned.
 
There was someone with eyes closed
On the upper floors.
The thought of it, and the wonder,
Kept me sleepless.
 
The truth is bald and cold,
Said the woman
Who always wore white.
She didn’t leave her room much.
 
The sun pointed to one or two
Things that had survived
The long night intact,
The simplest things,
 
Difficult in their obviousness.
They made no noise.
It was the kind of day
People describe as “perfect.”
 
Gods disguising themselves
As black hairpins? A hand-mirror?
A comb with a tooth missing?
No! That wasn’t it.
 
Just things as they are,
Unblinking, lying mute
In that bright light,
And the trees waiting for the night.
 

Charles Simic, “The White Room” da "The Book of Gods and Devils". Copyright © 1990 by Charles Simic.

 
Charles Simic, nato a Belgrado nel 1938 e trasferitosi negli Stati Uniti all'età di 11 anni, è ampiamente riconosciuto come uno dei più viscerali ed unici poeti di oggi. I suoi lavori hanno ricevuto diversi premi, tra cui il Premio Pulitzer nel 1990, il "genius grant" della Fondazione MaArthur, il Premio internazionale di poesia Griffin ed il Wallace Stevens, oltre al riconoscimento di U.S. Poet Laureate. (da www.poetryfoundation.org)
 
 
 

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