Scritto da © Franca Figliolini - Lun, 23/04/2012 - 07:44
Caverna
ecco, a volte io abito un mondo
vuoto
una vorace caverna di nulla
impietrita nella sua vacuità
distillante umori dalle rocce scure
: gocciolii gorgoglii singulti d'acque
nere
vuoto
una vorace caverna di nulla
impietrita nella sua vacuità
distillante umori dalle rocce scure
: gocciolii gorgoglii singulti d'acque
nere
fiori di muffe, muschi come ricami di morte
sui muri
sui muri
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Scritto da © Franca Figliolini - Mar, 17/04/2012 - 07:01
Canto d'amore (divagazioni su Prufrock*)
«ogni giorno prendo le mie medicine
l'una per aggiustare gli effetti dell'altra
e tutte per guarire la vita»
l'una per aggiustare gli effetti dell'altra
e tutte per guarire la vita»
lo racconti inarcando il sopracciglio, con quello sguardo
un po' sorpreso
di chi non sappia come si sia arrivati a questo punto
soffocati dalla prudenza a contare
un po' sorpreso
di chi non sappia come si sia arrivati a questo punto
soffocati dalla prudenza a contare
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Scritto da © Franca Figliolini - Sab, 14/04/2012 - 07:21
Ad H. nel giorno del suo compleanno
«Non è niente, non è
niente», mi dicevi mentre versavo fiumi di lacrime
sul fiume di birra con cui festeggiammo il mio
diciottesimo compleanno
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Scritto da © Franca Figliolini - Gio, 12/04/2012 - 10:31
Buco nero di Auschwitz - di Primo Levi
ci permettiamo di riportare in home questa pagina scritta da Franca Figliolini nel mese di gennaio 2012 a ricordo del grande Primo Levi
Sempre in tema di unicità dell'Olocausto, che mi è molto caro, riproduco di seguito un articolo scritto da Primo Levi per "La Stampa" il 22 gennaio 1987. L'autore, in questo scritto, reagisce al tentativo di paragonare la strage nazista ad altre stragi, ad esempio quella stalinista. Pur non negando l'orrore di questa ultima, Levi spiega qui perché la prima resti unica: non "un massacro fra eguali", ma il massacro di donne, bambini, uomini ritenuti inferiori, "colpevoli solo di essere ebrei".
È, a mio avviso, una pagina di grande lucidità e intensità. Il rigore intellettuale di Levi si sposa con il dolore di veder apparire pubblicamente, sostenuto da intellettuali e filosofi, i segni di quel negazionismo che ai giorni nostri è sempre più presente, e arriva fino al punto di voler quasi giustificare la strage di ebrei per il successivo comportamento del governo israeliano nei confronti dei palestinesi.
È uno degli ultimi scritti di Levi, che si suicidò nell'aprile di quello stesso anno (11 aprile 1987). E non a caso, temo...
Franca Figliolini
ps: Ringrazio "La Stampa" per aver messo a disposizione del pubblico i suoi archivi, un servizio di innegabile valore storico e civile.
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Scritto da © Franca Figliolini - Mar, 10/04/2012 - 23:04
il mio magnifico amore
come biglie colorate
percorsi nella sabbia
scavati a mani nude
scavati a mani nude
scolpiti con l'acqua;
poi, lontano, dove il cielo
solleva l'azzurro del mare,
un riposo di sguardi
solleva l'azzurro del mare,
un riposo di sguardi
ridere forte della vita
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Scritto da © Franca Figliolini - Sab, 07/04/2012 - 07:49
ermafroditi insufficienti
oh vostro dio che filtra dalle parole
trapassa il senso
buca
l'istante infinitesimo che io vivo
vostro dio di salvezza e gloria
armato di tutto punto contro le schiere dei nemici
a patto di lasciarvi soli col dolore
come siamo soli tu ed io
nudi
anellidi privi di trascendenza
ma capaci di rigenerarci
trapassa il senso
buca
l'istante infinitesimo che io vivo
vostro dio di salvezza e gloria
armato di tutto punto contro le schiere dei nemici
a patto di lasciarvi soli col dolore
come siamo soli tu ed io
nudi
anellidi privi di trascendenza
ma capaci di rigenerarci
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Scritto da © Franca Figliolini - Ven, 06/04/2012 - 06:44
Del balcone la cosa più bella è il precipizio
il mondo ha una sua febbrile inconsistenza
che penetra nelle ossa
che penetra nelle ossa
Io guardo affacciata, china
aspetto messaggi da nord est
aspetto messaggi da nord est
Sotto, i rumori del lavoro, della gente
loro che passano chiusi
loro che passano chiusi
nell'autismo del primo mattino
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Scritto da © Franca Figliolini - Mer, 04/04/2012 - 05:22
La stanchezza è un filo teso
la stanchezza è un filo teso
dalla cervìce all'alluce
mentre i passi muovono la strada, cambiano
scenari come un film
dalla cervìce all'alluce
mentre i passi muovono la strada, cambiano
scenari come un film
nella mia Roma desolata abbandonata
ripercorsa dalle marce di lanzichenecchi e barbari
- nuovi li chiamano, ma sono sempre gli stessi
ripercorsa dalle marce di lanzichenecchi e barbari
- nuovi li chiamano, ma sono sempre gli stessi
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Scritto da © Franca Figliolini - Lun, 02/04/2012 - 06:32
Alla Signora
Non è facile per un popolo condizionato dai timori, soggetto alla regola
ferrea che la ragione è del più forte, liberarsi dai debilitanti miasmi della
ferrea che la ragione è del più forte, liberarsi dai debilitanti miasmi della
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