blog di ferdigiordano

 

 

L’intoppo è per la strada, dal primo tiglio
in avanti, all’altezza della panchina,
quasi muschio quasi asfalto, piuttosto

 
Ne avevamo anche quintali, quindi eravamo di peso.
Quintali di sicumera. O, come dice il devoto: spocchia,

 
Sono stato nel vento di domani
convinto dai luoghi comuni
che già cambiavano. La fisicità muta

 
Se ne è andata, ora, la curvatura dell’anno. Qualsiasi
mezzo aereo l’avrebbe fatta franca contromano.

 
Nessun risveglio inizia privo di sensi, o finestra.
Obietti che va da parte a parte
la freccia del tempo, ferma nel quadrante

 
Ricordo le foreste sul Reno. I pali eretti
contro la corrente naturale come se piantassi
il sesso in chiunque te ne dia atto: repentino,

 
Tocco con mano la risolutezza dell’ombra.
Ne sento il bisogno impellente di attribuirsi forma.

 
Governo le narici tra i tuoi odori e posso dirli
indicatori o finestre. In qualche caso il vento li toglie dai piedi,

 
Da dove entra? Le tempie sono la forra
con maggiore travaglio di correnti
e, simulando acqua vera,
da come mulina nel cervello, penso