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La fredda carezza della notte

rami spogli nubi e luce

Fa da cornice la finestra aperta
 a un cielo di fuliggine macchiata
dall’arancio delle luci di città.
Una luna sottile lenta sale
sul cavalcavia dalle cime nude
delle foglie e mi percorre un brivido
di vento, lunga fredda carezza.
L’ombra luminescente della notte
si veste di un profumo mai sentito
e del sussurro dolce di una voce.

Epifania

DSC02824

 
Le luci spente, la porta chiusa,
la stanza vuota, la mente si piega
su se stessa,  gli spazi il silenzio
 riempie, quelli che l’amore aveva
occupato, volteggiando cinereo
negli angoli, come un batuffolo
 di polvere ostinato. La casa
deserta la sento che si  acquieta
 con un sussurro lungo, fruscio lento
di sabbia che si sposta in attesa
di vedere un giorno nuovo, d’estate
che corra lontano lasciando viva
 nell’aria, minuscola cometa
di gioiello, la scia d’una risata .

Vivere il sogno non sognar la vita

Vivere il sogno, non sognar la vita. Già quando la bruma lanuginosa dell’aurora lenta si lacera in brandelli (però ha avvolto l’anima pulita), bacche di trasparente vischio piangono profumata pania ingannatrice. Così nasce e cresce e ti cattura la noia compagna del rimpianto, una speranza che il tempo sa spengere paziente rotolando. Vivere il sogno non sognar la vita. Poi il dolore passa disegnando panorami irreali, linee astratte, indefinibili scabri crepacci, luccicanti escrescenze saline. Vivere il sogno non sognar la vita. Dai picchi rocciosi inaspettato ogni tanto riappare e tu trasali, ingoi il pianto, riprendi comunque il cammino, perché di meglio non sai fare. Allora va lontano fino a restare per un po’ all'orizzonte un puntino di luce incandescente. Vivere il sogno non sognar la vita. Intanto solida, morbida, acerba e fruttata, la pelle del giorno passato che ti consolava per oggi è diventata una desolazione e per domani in notti livide Vivere il sogno non sognar la vita. Persino il vento infine si è calmato, le ultime folate spente, sospiri disperati e l’antichissima eterna risonanza delle onde, noncurante cieca va, inarrestabile, alla luna.

Neve

13

Nella luce del giorno appena nato
improvviso un argenteo bagliore
filtra dai vetri che la brina intesse
la notte con ricami sottili.
Un riverbero di neve che abbaglia
sfuma sul verde smorzato dell'erba
e brunisce il colore dei tronchi.
Gusto un sapore frizzante di gioia
mentre fremo nell' abbacinante
candore di una promessa d'inverno.

L'autunno in fine

albero nero poche foglie
 
L’autunno
quest’oggi
esala un odore
di pioggia, dolce e lieve.
Un denso grigio
smarrimento macchia di una livida
luce di crepuscolo il mio giardino,
lembi fantasmi di nebbia infettano
le mura
 in cui finestre semichiuse
e vuote
 guardano in basso
digiune
di un sorriso.
Spogliato
 il vecchio grande
noce slancia l’unico grosso ramo
verso l’alto
 come un sospiro d’odio
disperato.
 L’autunno che resiste
ancora
ha stemperato l’opulento
splendore nell’alito desolato
dell’inverno
 quando sommesso arriva
e già mantiene la squallida fredda
promessa dei mesi a venire.
E mentre
trasformo forme chimeriche in versi
vibranti di parole che scheggiano
la trasparenza della noia
 la pioggia
affogata dalla sera buia
 a pochi
lunghi serici fili si riduce.

Una donna

zampina sulla spalla
 
Una donna confusa, incalzata
dal tempo che tormenta la pietra
chiedo soltanto una scalfittura
 d’amore prima che l’eternità
come una lacrima calda m’assorba.

Sognare ancora

placidomarrone

 

Un lato del mio letto
universo
scavato nell’abisso di taglienti
abbandoni
l’ho riempito ancora
d’un  innocuo morbido grosso cane
di peluche
e mi ci aggrappo nel sonno

per sognare ancora una carezza.

Le emozioni disegnano

Sono le pareti dell’anima mia
ogni giorno che passa

Un bacio sognato

Certe volte
 la musica traspira
 le fessure dell’ essere sola
e
rarefatta
risveglia l’idea
di profili accostati con dolcezza.

Mondi di parole

albero fiori bianchi-giofoto di Gio'
 
Anima scissa legata a un corpo
che m’ingombra, anch’io fuori dal tempo
 e scomoda in questo, ormai sassoso,
mi sono trovata seduta accanto
 a un fuoco spento mentre silenzio
 e pace scendono più in là, miti
dalle dolci colline su Firenze.
Rassicura e protegge almeno un po’
dalla stanchezza che sul divano
spalma senza fiato, solo chi sa
dipingere mondi fertili fatti
di parole e crea vera e lucente
l’immagine dello schiaffo che dà
l’onda alla battigia perché luccichi
di gocce di pianto contro sole
come una scia di sassolini bianchi
su un sentiero che mi riporta a casa.

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