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IL PAESE DELLE PAROLE

C’era volta, tanto tempo fa, un paese che si trovava sul cucuzzolo di una montagna lontana lontana.
Il sole appena sorto lo illuminava di una luce brillante accendendo di bagliori tutti i fili d’erba bagnati di rugiada, e la sera al tramonto rifletteva la sua calda luce sui vetri delle finestre per augurare una buona notte agli abitanti e con la promessa che sarebbe tornato all’alba.
D’inverno, anche quando c’era la nebbia, il piccolo paese si svegliava sempre al sole. Un bianco mare di soffici nuvole si stendevano ai suoi piedi, dando agli abitanti la sensazione di potervi camminare sopra.
Dovete sapere che era un paese davvero speciale: i suoi abitanti erano composti di pensieri.
Avevano sì un corpo, ma non era una cosa solida e fissa, era come una immagine olografica, Avevano un aspetto umano, ma dentro non scorreva sangue, scorrevano parole pensieri, idee.
Quando uno era arrabbiato, infatti era di colore scuro e cupo perchè così erano i suoi pensieri. I bambini erano sempre di colori pastello perchè i loro pensieri erano allegri e fantasiosi.

lLA DONNA CHE NON AVEVA TEMPO

C’era una volta una donna che non aveva tempo.
Non aveva mai tempo per fare le cose che le piacevano.
Aveva deciso che, nella vita, avrebbe fatto prima le cose che erano necessarie e doverose e, a un certo momento, avrebbe smesso e si sarebbe presa tutto il tempo per fare le cose che le piacevano davvero.
 
Abitava in una casetta bassa, in cima ad una montagna. Da lassù si vedeva il mare. Le sarebbe bastato poco tempo per prendersi una sedia e guardare il sole tramontare. Dalla sua casa, si vedevano le navi attraccare al porto.
 
Dio regalava dei tramonti fantastici su cui fermarsi.
 
Al tramonto, il mare diventava di cristallo e le barche che galleggiavano sembravano fiori di ninfea dentro uno stagno.
 
Poi il cielo diventava arancione e giallo, e cambiava il colore del mare, regalandogli sprazzi di luce che si rincorrevano tra un’onda e l’altra. Quando, poi, il sole si tuffava nell’acqua, il cielo diventava rosso e gli sprazzi di luce, come bimbi assonnati, si acquetavano e si addormentavano tra le onde.
 
Pian, piano, diventava più scuro; si accendeva Sirio, la più luminosa, e poi  arrivava la Luna, che si dondolava nel cielo aspettando che si accendessero tutte le altre stelle.
 
Ma la donna che non aveva tempo non si fermava mai a guardare. Tanto sapeva che c’era ogni giorno un tramonto e poi, quando avrebbe avuto tempo, li avrebbe visti tutti.
 

NOTTE D'ESTATE

Quando la luna accende
Tutte le luci del bosco
Quando ogni insetto si arrende
Alla carezza del buio
Ogni rumore si perde
Tra fili d’erba argentati
I grilli intonano
Dolci canzoni d’amore
La musica porta lontano
Tristezza e malinconia
E l’anima si libra
nell’aria come una foglia nel vento
Il pensiero si accende come faro nel buio
I sogni si schiudono
Come corolle nel sole
E imprigionano
Ricordi con invisibili ragnatele
A volte scorrono lacrime
A lavare l’anima
E quando l’alba arriva
E si riaccende il sole
Accolgo con un sorriso
Ogni nuovo giorno
 
Caterina saias

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