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blog di Bruno Amore

Il buco nell'uomo

La folla lo trovava allora strano
eppure attento geniale complesso
triste depresso. Di macigni si
gravava non gesso, lui che il mondo
piangeva percorreva consolava.
L'amava, chiamando seco, sentiva
della gente gli afrori sapori lai,
quelli perduti nella loro notte
chi l'aurora sperava quanto mai.
Con braccia grandi come orizzonti
occhi profondi da pigliare il mare
cuore d'amore come fornace
nel quale tutti voleva portare.
Un buco venne fatto nel costato
e la terra tutta s'è bagnata
ci prese la mano, poi l'ha lasciata
era compiuto il sacrificio sommo,
il mito rispettato..

P.S.
Sono graditi suggerimenti e critiche costruttive.

Choka

ricorda t'amo
seppure fu tormento
fu dolce quel momento
ancora t'amo
ti bramo quasi quanto
voglio la vita vera
voglio il tuo fiato
posarsi col mio accanto
suggerò il tenue rosa
delle tue labbra arrese
tutto il sapore sposo.
 

Renga

se arido il labbro
non fa volare verbo
chi morde il cuore?
 
pensieri nebulosi
all'orizzonte persi.
 

I ricordi

uno sull'altro accatastati a legna
per la stagione fredda, stanno
i ricordi di anni ormai passati.
di essenza dura pregiata alcuni
ed altri già fragili alla mente
non reggeranno al fuoco
del racconto se mai qualcuno
li volesse ascoltare.
tuttavia si raccolgono
in ordinate pile e la nostalgia
ha cura non debbano sparire
che seppur torti nodosi ovvero
fradici inzuppati
nel cantone serotino della vita
quando l'ultime veglie
alitano malinconia
scalderanno l'ossa vissute
pronte a riposare.
 

Dipinto incompiuto

cento telai ho rotto
e cento tele lacerato
mille tubi di colore
ho già schiacciato
pennelli e spatole buttato
e questo imbiaccato
teso immacolato
rimanda il mio sguardo
perso impallidito.
tirato l'orizzonte alla metà
di getto spando lo sfondo
azzurro sfumato in celestino ma
erutta, su dall'anima tocco dopo tocco
pervinca viola blu scuro profondo
e allora le montagne vengon nere
i ruscelli scorrono di lava
gli alberi scheletri da altrove
e nulla di vivo mi viene da pittare.
Allora un taglio al centro
uno spacco da allargare
porta a un mondo altro che non so pigliare
se vita è quella che vivo ed ho vissuto
di lì potrà passare.
 
 

Renga

 
leggerissime
ali rapiscono dai
fiori sbocciati
 
colori già pensati
dal calore del sole
 __________
 
quando le nubi
mostreranno l'anima
ti copriranno
 
il cielo fioco sarà
custode di pensieri
 
 
 

Pascolare memoria

 
come un fremere tremare
fine sommesso di froge
il suo richiamo
che sempre attendevo
lontano appena un tanto
tutto preso dall'annusar
farfalle lucertole o filugelli
e scrollare il capo e la groppa
quattro bizze in salti scomposti
per sembrar ribelle
un rapido scatto e raggiungerla
alle mammelle.
 
 

Colori ribelli.

socchiudo le palpebre
come prudenti persiane
imprigiono gelosamente
una rivoluzione carminio
tra il grano pettinato ad arte
mi strappa un sorriso
che sono felice d'essere
ogni tanto - non come dovrei.
 

Colori sulla pelle

un ricamo ecru scivola
sulla pelle di giada lucida
con quel girocollo perlaceo
che scende tra i seni quasi
a segnarli meglio.
in trasparenze fini sfiora
le brune aureole pizzute.
labbra rosso corallo
divertite e schiuse sul rosa
che afferra l'avorio di denti
come perfette sculture
sposano quel sottile filo
cremisi evidenziato nel segno
nel decoro girovita del lieve
impalpabile perizoma
che non sottace, carezza
il lanuginoso bruno
custode di mille profumi.

Tavolozza

in tutti i toni del verde
si spande l'erba sulle colline
per segnare i borri si fa scura
più pastello al sommo
incipriano le gote dei dossi
ai limitar dei campi
piumini di biancospino che
lasciando volare minuti petali
annuncia prossimi frutti
asprissimi blu-turchino
invade la pratolina fitta
i margini delle strade, rubando
spazio al giallo del tarassaco
e nei tratti ombreggiati umidi
di viola e pervinca occhieggiano violette
cremisi son fiori di susino
rosa di albicocco e pesco
candido virginale quelli del melo
sotto tutto questo azzurro
ch'è nel cielo.

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