Scritto da © Bruno Amore - Ven, 23/04/2010 - 11:05
La folla lo trovava allora strano
eppure attento geniale complesso
triste depresso. Di macigni si
gravava non gesso, lui che il mondo
piangeva percorreva consolava.
L'amava, chiamando seco, sentiva
della gente gli afrori sapori lai,
quelli perduti nella loro notte
chi l'aurora sperava quanto mai.
Con braccia grandi come orizzonti
occhi profondi da pigliare il mare
cuore d'amore come fornace
nel quale tutti voleva portare.
Un buco venne fatto nel costato
e la terra tutta s'è bagnata
ci prese la mano, poi l'ha lasciata
era compiuto il sacrificio sommo,
il mito rispettato..
P.S.
Sono graditi suggerimenti e critiche costruttive.
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