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La Fata Bruciata

                                                                                                   Se le porte della percezione fossero terse, Leggi tutto »

Arte e Morte

 

Solo ciò che hai amato per davvero 

non ti sarà strappato 

ciò che hai amato per intero 

è la tua vera eredità

Esdra Pound







Una delle maggiori virtù dell’arte è la capacità di narrare la vita. Sentiamo spesso dire “ l’Arte è ciò che siamo”, ma se l’arte riflette e documenta la vita, dobbiamo ammettere che anche la morte è parte del suo

contenuto.



Fino al quindicesimo secolo l’arte aveva familiarità con la morte ma progressivamente e di pari passo con l'attitudine culturale generale, è stata ignorata, isolata e relegata a spazi ghettizzati.



Spesso nella storia dell’arte questa è stata è stata simbolizzata da una giovane vergine corteggiata da figure orripilanti, riecheggiando l'antico mito della giovane Proserpina/Persefone, rapita e condotta da Plutone/Ades nel suo regno sotterrano.


Il rimando al rapporto tra Eros e Tanatos è lampante, basti pensare a certi quadri di: Schiele, Eduard Munch, Hans Baldung in questi casi la morte è puntualmente rappresentata da una giovane fanciulla circuita da raccapricianti figure, e nel caso di “ La morte che abbraccia una donna” di Kate Kollwitz’” abbiamo una potente espressione di questa dicotomia . 



Fra i tanti il mio preferito è quello di Klimt dove la polarità Vita/morte è rappresentata da un intreccio di figure teneramente e calorosamente abbracciate, mentre uno scheletro in agguato veglia il loro sonno sereno. 

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Immagini per guarire

La cultura occidentale promuove uno sviluppo prematuro delle facoltà mediate dalla parte sinistra del cervello.
Questo non è uno sviluppo naturale è un innalzamento prematuro dell'energia verso l'alto; la parola ha la meglio sulla visione e il sentimento, ed infine giunge a slegarsi da essi.

Parte della nostra eredità culturale è la credenza che la mente è superiore al corpo, ciò ci conduce inevitabilmente ad una intellettualizzazione della spiritualità riducendo il corpo allo stato di macchina.

Questa separazione è tutt'altro che naturale e si traduce in una perdita dello stato di grazia. La grazia è quello stato in cui l'essere umano può vivere in unità spirito materia dal momento che la grazia è lo spirito divino che agisce attraverso il corpo.

La comprensione umana e la comprensione intellettuale viaggiano da sempre su due binari diversi, ma bisogna ricordare che questa scissione è solo la conseguenza di uno stato di stress; lo stato naturale di salute prevede che pensiero, sensazioni, visioni e sentimenti siano uniti.

Le visioni interiori sono state utilizzate sin all'antichità come un modo di sanare questa spaccatura. E’ scientificamente dimostrato che la visione del bello, e quindi dell’arte e della luce, ha un effetto straordinariamente benefico sull’animo umano.

Ars Poetica

Insegnavo alle mie parole ad amare,
mostravo loro il cuore
e non desistevo finché le loro sillabe
non prendevano a battere.
Mostravo loro gli alberi
e quelle che non volevano stormire
le impiccavo senza pietà, ai rami.
Alla fine, le parole
sono state costrette a somigliare a me
e al mondo.

Poi
ho preso me stesso,
mi sono appoggiato alle due rive
del fiume,
per mostrare loro un ponte,
un ponte tra il corno del toro e l'erba,
tra le stelle nere della luce e la terra,
tra la tempia della donna e la tempia dell'uomo,
lasciando circolare le parole su di me,
come automobili di corsa, come treni elettrici,
solo perchè arrivassero più in fretta a destinazione,
solo per insegnar loro come si trasporta il mondo,
da se stesso
a se stesso.

Nichita Stănescu

opera A.Iurilli Duhamel, " L'attesa"

Incosapevoli prigionie

 
La vita è mistero e magia quando lasciamo aperte le porte sull'infinito, quando siamo disponibili ad imparare nuove lezioni, quando rinunciamo a patologici fanatismi che ci precludono l'acceso a strade meno battute, quando neghiamo al nostro cuore la possibilità di aprirsi alla meraviglia di ogni istante di vita vissuto con sincerità.

Aldous Huxley sosteneva, che l’essere umano è un anfibio multiplo, dotato del privilegio di vivere in più mondi , ma spesso rimane imprigionato in un unico mondo che alla fine diventa la sua angosciante bara-prigione, e quel che peggio, è che molto spesso non l'abbiamo scelta liberamente e consapevolmente: è solo il risultato di una serie di condizionamenti e di bisogni inconsci.

Non ci si chiede mai abbastanza quanto siano l’amore e la fiducia a determinare le nostre scelte piuttosto che la paura e la mancanza di autentica fede nella vita. Nel momento in cui l’uomo si è gradualmente dissociato dall’identificazione con la natura e con il proprio corpo, ha dovuto inventarsi surrogati di vita e di spirito: Ovunque, siamo circondati da falsità: Falso cibo, falsa bellezza, falsa fede,falsi corpi, false identità fasulle, falso amore, falsi valori.

L'Ultimo Velo, fiaba scritta ed illustrata da Antonella Iurilli Duhamel

Tutti erano lì a chiedersi: “Perché? Leggi tutto »

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