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Vivere ..[ con un colpo solo ]

Come se non fossi mai Accaduta in questo Tempo
Elemento distratto gettato sulle strade della Vita in corsa
mi aggrappo a Violenti Pensieri che hanno investito la mia mente
Audacemente
Come le parole ingoiate e rotte di sangue sulle labbra
Vivo per come mi basta Vivere
Esigente d'una sola goccia di fiato
che mi faccia nascere in Voce
congiunta alla Tua
come per il calore del sole
e la distanza per la Luna
Vincolata ad un sentire che non è piu' stato
cerco riparo da questa pioggia di sale
che mi squarcia il tetto di pelle
con cui ho costruito la mia Segreta Dimora
Fra i Silenzi..non mi resta che rattopparlo
con grida Mute rivolte ad una Fede Scomposta
con una Preghiera Blasfema
fra le braccia allargate
che solcano il Cortile del tempo Fuggito
..e non mi resta che Accadere...Ancora!
Con la giusta dose del Vivere
con il Colpo giusto per Morire

-Runa-

goodbye

reclino il capo e sorrido
per guardare di sguincio
questi giorni
mentre l'anima è appoggiata
sopra nubi
e sono qui pieno d'imbarazzo
a parlare a fantasmi
ad incantarmi al silenzioso
bisbiglio delle loro voci

Ballata della menzogna

Passa il tempo e muta l’aspetto
ma dell’inganno il vizio resta intatto
a preservare il piacere
di un rinnovato contatto

La doppia lama che trancia
sogni e promesse
adesso si svela feroce
sulle nostre teste

Finché la musica dura
finché il fiato resta
danzeremo con una gogna
al folle ritmo della menzogna

Poeta criminale

Stride in cuore gonfio
l’ingovernabile desiderio
che carezza la resa
del franto orgoglio

Vuoterei la testa
in un sol sorso
se questa non riempisse il domani
di una voglia che non si arresta
e che mi fa invocare la diserzione
nonostante le tue ragioni
resistano e disperino
come mille plotoni
di una guerra già persa
 

Continuo A Svegliarmi

Continuo a svegliarmi
la notte nel letto
continuo a cercarti
nel buio qui accanto.

Insisto, ed aspetto
tue brevi parole
di sera al mattino
e in ogni momento.

A volte ti trovo,
in giro nel mondo,
in un letto che m'ami

a volte ti leggo,
nel mondo virtuale,
in parole d'amore.

     loripanni

Adorare tua pelle

 

Guadarti
di morsi di saliva di baci
straziarti per gioco
cullarti
e petali sgualcire
adorare tua pelle di scherzi
di vento e di furia
riempirti di attimo folle
stupore che grida
di oro di verdi ululati
andare a calura di spasimo
di ventre
in suo contrarsi entusiasta
e "basta"
dirci
per finta.

 

(dalla raccolta in  "Rive di esistere"
scaricabile qui)

 

 

Didone

E io sono quella con lo sguardo sottile
gli occhi chiari schiariti di sole
le mani piccole a raccogliere stelle
il cuore a saggiare l’approdo
il ventre a partorire la morte
il suo amplesso blasfemo

e lui
è quello dallo sguardo di fuoco
gli occhi d’oro e di nuvole
che vaga in una Cartagine azzurra
in silenzioso cordoglio
all’ombra di antichi guerrieri.

lo tratteggio a matita
il suo sguardo indeciso
nel lamento di un giorno d’autunno
con Tiro alle spalle
Pigmalione pellegrino sui fianchi

adesso che i nidi non hanno più uccelli
e il bosco non ha più spighe di grano.

sembro una bambina nella mia tunica bianca
sembrano rose le orme di sangue e di neve.

Sembra impossibile che sia già ora di andare.
 

Migrazione

 

due ali per volare via
dal luogo dei ricordi
dove scialbo appare
il futuro del mio popolo

e io

senza terra raminga m'involo
con candele spente
per non bruciare queste ali
lontana da questo luogo

che più non riconosco

Cose Così [dentro]

Il pozzo nel quadrato
noi soli fra le mani
sciolti in angoli bianchi
d'una camicia di lino.
Il velo nero sui seni latte,
raggi nel cuore che vive
di sguardi ad occhi chiusi.
Incollato di pelle
l'ndaco è arcobaleno
di sorrisi al thè verde.

Sai di buono, sai di pane.
Sai di me, miele.

Manuela

Cercando la luce ritorno al buio

occhi come fessure feriti dal tramonto del sole
fissi, vitrei, non si distolgono da un punto lontano
la luce rossastra traversa lo sguardo del vecchio
una ruga improvvisa appare sul volto di pietra

la mano fugace sulla gota raccoglie una lacrima
lingua di fuoco la goccia ha lasciato il suo segno
respiro la brezza che s’alza dal mare e finalmente
distolgo lo sguardo dal nulla, mi specchio nell’acqua

la, in quel punto lontano dove il sole va a morire
i miei occhi hanno cercato invano un approdo sicuro
inutilmente si sono feriti al bagliore della vivida luce
insaziabili e dimentichi alfine della certezza vicina

ora che anche il tramonto ha il colore della notte
non ha più senso cercare la luce all’orizzonte
l’anima è ancorata all’approdo ormai raggiunto
il buio è ritornato, dentro di me è tutto più chiaro
 

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