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Ciao, Alda

Ciao, Alda. Ci mancherai.

Foto ricordo

Lento l’anello d’acciaio scorre lungo il mio corpo,
rumori metallici di ruote che scivolano su guide
come rotaie che indirizzano treni per mete lontane,
rimbombano nel silenzio irreale della stanza blindata.

Led colorati danzano nel buio di palpebre chiuse,
ti legge vestito, ma ti interroga nudo, implacabile
fruga cercando gli errori che una natura fallace
con indecenza compie senza rendersene conto.

Ecco, il tour è finito, resto in attesa delle foto ricordo
del viaggio che un alieno ha fatto dentro di me.
Le applicherò sul passaporto della vita sperando
che venga rinnovato, pronto per il prossimo viaggio.
 

Consumare necessario est

su questo semplice tavolo
dove stendi il corpo
celebreremo il rito dei sensi
come fosse un altare
sparsi i capelli a grondare
fuori dai bordi
allargate le braccia
come volessi essere croce
alte le colonne eburnee
vestibolo dello scaturigine
di tutti i desideri e piaceri
vuoteremo la coppa
che ci tiene avvinti.

 

Dedica a chi non leggerà, dedica a chi è andato via.

Il prezzo, sai, è un pò il mare, sembra che ti culli ma poi ti vuole ingoiare.
Il tempo trascorso, il tempo passato, il passato stesso, è un frammento. Un frammento senza capo nè coda. Un frammento destinato a bruciare tutto in una volta. Come una busta di plastica ondeggiata dal vento, ogni cosa ha il suo apice, che può durare magari anche sei anni, però poi, altrettanto lentamente e inaspettatamente, come ha raggiunto pazientamente l'acme cade. Sprofonda leggero cercando di essere quasi indolore, ma poi indolore non è.
Ci si rende conto come tutto ciò che hai avuto è destinato ad essere soppiazzato da un qualcosa di ineluttabile. Però pensandoci ineluttabile non è. E' sempre una questione di priorità, di scelte. E' dolce governare la propria vita attraverso delle scelte, che giuste o sbagliate che siano sono il semplice risultato della propria razionalità o del proprio istinto. Non è affatto dolce, invece, quando la propria vita è dominata da scelte altrui. Scelte che non condividi, scelte che arrivano come una pugnalata al cuore per lasciarti così, in silenzio a farti domande a cui non avrai mai una risposta. 
Nulla è per sempre, tutto ciò che viviamo è solo il riflesso di semplici frammenti, che uniti tutti assieme costituiscono una vita. 
Quando ci si trova col coltello conficcato tra le scapole, quando il mondo, che per tanto tempo è stato sospeso su di un filo sulla tua testa, ondeggia troppo fino a perdere l'equilibrio ti fracassa la schiena la sensazione che senti non ha parole.
L'unica non risposta che si ha a quelle domande è che doveva finire così. Come un regalo prezioso custodito con ingordigia che inevitabilmente prima o poi si frantuma sul tappeto.

Il dorso dove poteva una strada il piacere.

 
Sono qui mani
sui deltoidi come una fascina viva
pur potendo fronte al seno
voglio
un dorso a cui imporre scavo
 
di mani
davvero a morsa sugli scampoli di pelle
mani che aggrovigliano solchi e sarchiano pelurie
mani come vesti in lattice per riformate forme
mani strumento di affondi
teodoliti di misura

Niente

morsi veri quelli che sentivo
alle caviglie e sassi grossi
addosso non palline colorate
acide voci che lasciavano segni
su ciò che di te sentivi sognavi
farsi nuvola per volare invece
nubifragio da doversi riparare.
ombrello sempre piccolo nero
sfilacciato intanto crescere
portarsi al giusto livello
nella marana dove non fui mai
pesce pregiato al massimo rana.
Con occhi di biglie marezzate
filtravo l'apparente incuriosito
tremule volute di presenze aliene
alla ricerca ansiosa di un sorriso.
senza esordio m'era sembrato
di esserci arrivato giustamente
sceso insieme a tutti dalla corriera
e mentre baci e abbracci tra la gente
correvano tra gli ospiti e quelli attesi
mi guardai intorno e non vidi niente.

 

Solo Noi

Lenzuola stropicciate
Il desiderio avvampa in noi
L’uno nelle braccia dell’altro
I corpi si stringono
Nell’immenso piacere
Solo noi
Niente e nessuno intorno
Né il sole né la luna
Solo noi
Ecco quello che siamo
Ardente passione
Nell’oscurità della notte

Yasmine73

comete

 Distant Lights

(Steve Jonhnston:Distant Lights)

Le stelle non hanno bocca
eppure si baciano con gli occhi
Rimane una scia bianca da seguire
 
Come un profumo di gelsomino

Schegge

Scopro, che in me  vive un ammasso di contraddizioni  che mi sorprende così, all’ improvviso:  irrompe prepotente e toglie il fiato, esplode come magma incandescente e adagia gelatinoso sulle ali di un ricordo greve, approdando naufrago su un mare in cui non  intravvedi salvezza. Sequenze di vita senza suoni, alla ricerca di cosa è stato. Ma cosa è stato? Ti regalo un sorriso, ti racconto di parole scritte nel vento, frugo nella mente alla ricerca di ricordi sbiaditi. Non esistono domande, non ci sono risposte. Vorrei  essere … o forse non essere! Mi sorprendo a scavare nei recessi della mente, contrastando cuore e membra intorpidite, alla ricerca di un’ Armonia lontana che il tempo ha sbiadito. Riaffiora e prende forma, tra le dita, la magia di un momento in cui il tuo pensiero, guidato da inspiegabile alchimia si sia incontrato con il mio, in un punto indefinito dell’ Universo. Flash  improvvisi come lampi pregnanti  di sconforto, di vuoto, di desolazione e sbalordimento che avvolgono in spesse coltri di rabbiosa insofferenza:  quanta tristezza,  o forse è solo rabbia furente, quanto è più grande la consapevolezza di ritrovarsi nudi, inermi, impotenti e imprigionati nelle trame di un groviglio di ingiustizie. Ho tracciato e cancellato mille volte un pensiero lontano:  i profumi di un tempo incompiuto, la precaria fragilità di un soffice prato fiorito che, le prime piogge autunnali hanno irrorato. Cosa avevo, che ora non ho più? L’ acqua ha lavato il sangue dai graffi della vita. Ho scostato la tenda e il sole entra nella stanza. Vorrei  parlarti, vorrei tanto poterti parlare. Leggi tutto »

Fondi di caffè

giro e rigiro la tazzina tra le dita
poi tamburello nervoso sul tavolo
il cameriere accorre equivocando
ti aspetto da ore, hai toccato il fondo

forse conviene soprassedere
abbiamo confuso entrambi il responso
e la gitana che ha letto il futuro
ha solo mentito, l’ha data da bere

(immagine da web)

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