Il tuo viso - ad Alda Merini
Alda Merini
Ristagno inquieto
nei segni sul viso
furioso il soffrire
la vita amara
di nuovo solo il sole
Beffardi e nostalgici
gli occhi s'anneriscono
al crepuscolo che
sta calando piano
Manuela
- Blog di Manuela Verbasi
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Quel filo sottile
quella volta ho camminato in bilico
su quel filo sottile che ci separa dall’alienazione
sospeso in una specie di limbo indolore e incolore
costretto dalla vita a percorrere un tragitto inaspettato
ho misurato la distanza che c’è tra la follia e la ragione
i miei occhi hanno visto ciò che altri occhi disconoscono
lo strazio infinito di uomini persi o presi in cupi pensieri
bianchi stanzoni ormai lerci e maleodoranti di piscio
ectoplasmi di esseri trascinanti fardelli sovrumani
oppure sguardi sereni anelanti cieli diversi
che ti gelavano l’anima chiedendoti
ragione di un filo spezzato
(immagine da web)
- Blog di Franco Pucci
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Sei stata, sarai ( Per Alda Merini )
E te ne vai
nel luogo delle ombre
dove la luce spezza il raggio
Non troverai barriera al passo
feroce il tempo
selvaggio il vortice dei pensieri
di una realtà che scappa
Non troverai il silenzio della notte
per questo sogno quasi inventato
per quello che hai lasciato
strappandoci ancora al pianto
Sarai nel divenire poetico
in quel limite astratto
dove non esiste un margine
al soffio che ha spezzato il respiro.
Sarai
- Blog di raffaela ruju
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Alda Merini
Una sua citazione ricorrente, davanti ad un caffè, lungo i suoi adorati Navigli milanesi, molti anni fa:
"La verità è sempre quella, la cattiveria degli uomini che ti abbassa e ti costruisce un santuario di odio dietro la porta socchiusa. Ma l’amore della povera gente brilla più di una qualsiasi filosofia. Un povero ti dà tutto e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria". I suoi testi, belli come l' aurora, o sconvolgenti come un tramonto infinito e morente, costellato di lunghissime ombre tremolanti presenti nei suoi testi intensi e drammatici pieni di riferimenti alla malattia mentale che la accompagnò per lunghi periodi. «Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare di colore. Mi piace cambiare di misura». Era questa l’anima della sua opera dolorosa, segnata dall’esperienza della follia e del disagio fisico ed economico «Sono molto irrequieta quando mi legano allo spazio», diceva nei suoi componimenti e la sua instabilità si traduceva in versi ad altissima intensità emotiva, spesso erotica, sin a partire dai primi componimenti, semplici, lineari, di pochi versi.
Originale, estrosa, fuori dalle regole. "Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare colore. Mi piace cambiare di misura" aveva scelto questi versi per definirsi "la poetessa degli esclusi". Visionaria, inquieta, profonda ha cantato il disagio dell' emarginato, dell' offeso, dell' indifeso.
Ha cantato gli esclusi e ha vissuto sulla sua pelle una delle peggiori forme di esclusione: Il buio dentro.
Un mio componimento dopo quel caffè:
Silenzio.
non era niente,
solo il silenzio
che sussurrava,
era silenzio.
Non esiste niente
non c’è nessuno,
solo la voce fastidiosa
del silenzio.
Non esiste, Leggi tutto »
- Blog di ventidiguerra
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Oh Musa
dedicata ad Alda Merini
tormento
non sente più
pulsare le vene
immobile
la mano sul foglio
resta in attesa
pensieri
sopraffanno
offuscano
si abbandonano
al nulla
Oh Musa
dov’è
il tuo profumo
le tue carezze
il tuo senso
che mi rende viva?
senza te
sono nulla
dove i miei sogni?
sbriciolati in cenere
sparsi
tra le pieghe del cielo
corri
oh Musa
afferrali
e portali qui
li colorerò
ancora
rossi d’amore
per te.
Grazie Alda non ti dimenticheremo
- Blog di veronica
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Il Paradiso è altrove
La perdita della primitiva essenza. Dal paradiso dell’Eden alle strade affollate, alle parole di incomprensione, alla totale assenza di empatia, alla ricerca della bellezza priva di sostanza.
Il Paradiso è altrove di Mario Vargas Llosa ci parla di Flora Tristan e suo nipote Paul Gauguin, delle loro speranze mai estinte di ricongiungimento con la matrice originaria: La natura, la madre, l’unica, la più grande.
Il suo romanzo ci trasmette in modo tangibile la loro ribellione nei confronti di tutto quanto uccide la bellezza quella vera, quella che sgorga dalla piena vitale pulsazione dell’essere quando non è costretto in abiti troppo stretti e non è ottenebrato da un pensiero antivitale dettato dalla depressione e dalla paura e dalla necessità di un allineamento formale che gli grantisca una illusione di sicurezza al riparo di quanto non ha mai un vero riparo:
La Vita.
Flora, figlia illegittima di un notabile peruviano con alle spalle un matrimonio disastrato, tre figli, refrattaria ai rapporti amorosi, Flora incarna l'emblema della proto-femminista con il sacro fuoco della giustizia e degli ideali di uguaglianza sociale... Leggi tutto »
- Blog di Antonella Iurilli Duhamel
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Odo sogna
di Odo Tinteri
Il mio mestiere è costruire sogni da vendere a chi non ha fantasia. La mia fantasia costruisce avventure a chi non può comprare sogni I sogni sono nelle mie mani che parlano di emozioni…..le mie,…forse… Odo ,è un ambulante sulla costa di un mare,…. di desideri
- Blog di Odo Tinteri
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Il giorno, il mare ed io
Il giorno, il mare ed io
saremo vivi domani.
Oltre la coltre della notte
saremo vivi anche domani
tra le vie adombrate
i nostri occhi scalcinati
lampioni dimenticati.
Il nostro futuro sempre
con la testa volta indietro.
©Carlo Alberto Simonetti
Dalla raccolta edita: Vicoli ciechi e usci
- Blog di Ospite di Rosso Venexiano
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Appena un sì in un sorriso
Lirica di Vittorio Fioravanti
Fumo e un colpo di tosse
odore di pane caldo
la sigaretta stretta fra le dita
rosse mele in un cesto
marmellata di more
un fiore e un piattino
di frutta candita
Prima colazione a letto
dove abbiamo con ansia
in questa lunga notte
fatto insieme l'amore
una volta soltanto
Grazie mi dici caro
e m'accarezzi la mano
ma fissi nella tazzina
la schiuma muoversi
del cappuccino
Ero sceso in cucina
lasciandoti sola nel sonno
sul cuscino e le coltri
ricoprendoti il seno
E tu m'invochi tesoro
mentre sorseggi
sbirciando fuori se piove
un braccio teso in alto
con uno strano sbadiglio
Vano il richiamo mio
chiudendo l'uscio
per riabbracciarti
non sai più dirmi t'amo
vecchio mio seduttore
senza neanche uno sguardo
appena un sì in un sorriso
colto riflesso
sullo specchio appeso
Novembre 2007
- Blog di Vittorio Fioravanti
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Alda Merini
Io come voi
sono stata sorpresa
mentre rubavo la vita,
buttata fuori
dal mio desiderio d’amore.
Io come voi
non sono stata ascoltata
e ho visto le sbarre del silenzio
crescermi intorno e strapparmi i capelli.
Io come voi
ho pianto, ho riso e ho sperato.
Io come voi
mi sono sentita togliere
i vestiti di dosso
e quando mi hanno dato in mano
la mia vergogna
ho mangiato vergogna ogni giorno.
Io come voi
ho soccorso il nemico,
ho avuto fede
nei miei poveri panni
e ho domandato
che cosa sia il Signore,
poi dall’idea della sua esistenza
ho tratto forza
per sentire il martirio
volarmi intorno come colomba viva.
Io come voi
ho consumato l’amore da sola
lontana persino dal Cristo risorto.
Ma io come voi
sono tornata alla scienza
del dolore dell’uomo,
che è la scienza mia.
La verità è sempre quella, la cattiveria degli uomini che ti abbassa e ti costruisce un santuario di odio dietro la porta socchiusa. Ma l’amore della povera gente brilla più di una qualsiasi filosofia. Un povero ti dà tutto e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.
- Blog di redazione
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