What a shame
What a shame .. When even the memory of sex with satisfaction experienced at the time, it becomes sadly ...... do not know if it happened to you
di Odo Tinteri
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Calzerò di baci i tuoi piedi nudi.
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E vedo te
Angelo silente e bianco
nei rivoli di luna
vedo volteggiare;
e i miei vent'anni alla tua pace
adagiarsi e rifiorire
nel rincorrersi lieve,
d'ombra in ombra,
d'echi lontani e canti antichi
dal tempo nostro
disfioriti e spenti.
E l'amor mio vedo più forte che mai
riincontrar d'un fremito
nel cuore già indurito.
Fra i tuoi voli argentei
vedo un'immagine danzare:
donna non più carne,
ma oasi di luce ove
i nostri sogni fusi
continuano un bel
gioco di primavera
incominciato insieme.
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Stella nova
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Un bacio in bocca
La traversata in mezzo gheriglio
col tocco d'un dito,
quell’accidente a picco
sul golfo d'aglio gocciante
ci vorrebbe un battito
una ciambella d'ananas
caramellata, la cinta per te
un bacio in bocca
spavento di pepe un po’di fumo
i fiori assetati il tremore
sguardi nell'angolo in fondo
una caramella
il respiro rigato rientrando
Manuela
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La voce tua
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Cosmogonia babilonese
L'universo babilonese e la formazione del genere umano
La cosmogonia più importante del mondo babilonese è rappresentata dal poema scritto in accadico (lingua semitica, parte della più estesa famiglia delle lingue afro-asiatiche, parlata nell'antica Mesopotamia, in particolare dagli Assiri e dai Babilonesi) “Enuma Elis” (Quando in alto). Lo scritto è stato scoperto nel 1876 tra i documenti su tavolette d'argilla della biblioteca di Assurbanipal (669 - 629 a. C.), ma indubbiamente risale a molto tempo prima, forse al tempo di Hammurabi (re di Babilonia) (1792 - 1750 a.C) o anche al tempo di Nabucodonosor (1124 - 1103) in quanto celebra la potenza del dio nazionale Marduk, assurto a tale livello dopo essere stato un dio della vegetazione, sul tipo del fenicio Baal.
Il nome Marduk deriva con tutta probabilità dal sumerico AMAR-UTUK, che vuol dire “Giovane toro del Sole”.
Marduk veniva identificato con il pianeta Giove.
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Ispirata
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I nostri morti cantano
Non ho portato fiori sulla vostra tomba
troppa la distanza
tra il fiore e il cero consacrato
E se il pensiero vaga
sconfina infinito dall’universo
e viaggia dentro il sogno
o forse è la memoria che ci lega
ai ricordi segnati dall’insegnamento
alla tavola di legno e al cerchio
Orfane da troppo tempo
cambiamo le lenzuola
e le tovaglie apparecchiamo nude
e mi risuona nelle vene il canto
vivendo in terra altrui
straniera al cimitero dei trapassi.
- Blog di raffaela ruju
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Voglio per me
Voglio per me la tela del pittore
e scoprire nella pioggia l'ispirazione
davanti ai colori delle foglie
sul grigio vivaci stillanti di gocce
ed immagino la gara delle ninfe
a cogliere le più belle a notte
per vestirsi secondo la stagione
danzando al chiar di luna per Amore.
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