Indecisione
forse dovrei dirti che ti amo,
ma non ne sono sicuro
forse ho ancora qualcosa da darti,
ma non ne ho troppa voglia
forse se quella volta…forse,
ma è passato tanto tempo
non mi ricordo più…forse…
ma tu chi sei?
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il senso della vita
- Blog di Bacidipioggia
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Luna
- Blog di orofiorentino
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Blanda speranza
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Esercizi di Simmetria Elettiva
- Blog di Axel
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Al pensare
Al pensare del bello che c'è in vita
davvero non intendo chi vuol morte
e giorno e notte grida acute leva
avvisando del vivere fatiche
a noi pene dovute per la colpa
che s'ha a scontare solo che s'esista
a questi dico "Orsù, chè non zittite!
Lasciate i cuori liberi a scoperta
che Amore vale dolori a consolare
e il canto della rosa fa la tomba obliare!"
- Blog di Michele Prenna
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La vera prigione
Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
- Blog di Antonella Iurilli Duhamel
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ti risiedo tra le gambe
"ti risiedo tra le gambe
così adatto
con inutili occhi
e immagino una cupola una bacca
mi perdo i respiri
quasi dentro al grembo
e vorrei rientrare
per quella traccia
per quella carne aperta
per fermarmi
ma tu sussulti
e io mi lavo e mi placo"
- Blog di Michele Caccamo
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poi d'improvviso...
"poi d’improvviso mi ritiro e mi sciupo
e mi attacco al catafalco
come fossi impiccato ad un vuoto leggero
ma io voglio significare la mia morte
con un odore romantico
e che sia anche languida
un sepolcro spumeggiante
gocce d’olio cariche di luce
perché non sia un amen
ma uno spinterogeno nel sangue
una rondine"
- Blog di Michele Caccamo
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La coda
Racconto di Vittorio Fioravanti
Il Paese stava affondando in una crisi inarrestabile. Si trattava d'una crisi economica diventata politica. O era politica, ed ora s'era fatta dannatamente economica. Era ad una svolta, a un crocevia della sua lunga storia. Simone non lo capiva bene; sapeva soltanto d'esserne vittima. Era disperato: aveva perso il lavoro, era stato sfrattato, aveva dovuto vendere la macchina. La moglie e i figli, era stato costretto a mandarli a vivere dai suoi suoceri in una fattoria dell'interno; lui era invece restato nella capitale, in casa d'un compagno d'ufficio, cercando lavoro. Ma per motivi che non volle mai rivelare, dopo poche notti da quell'amico non c'era più tornato.
Tutto era cominciato tre o quattro anni addietro. Era andato a votare quasi di malavoglia, senza una ferma opinione. I governi corrotti gli avevano tolto l'entusiasmo negli ideali democratici appresi a scuola. C'era andato per scrupolo di coscienza, per compiere un dovere. Era abituato alla conformità delle regole imposte: in ufficio era l'ultimo a uscire e il primo a riprendere posto. In vent'anni non aveva fatto che un paio d'assenze. In quei due giorni che gli erano nati i figli, a lui e a sua moglie, una delle segretarie della ditta dov'era impiegato.
Era andato a votare nella sua utilitaria, in una coda di macchine ai crocevia, nel traffico causato da quelli che se n'andavano a passare la domenica al mare. Fregandosene della politica e dei semafori. Lui no. Lui aveva deciso d'andare a votare, così come l'aveva fatto ogni volta. Magari pentendosi poi del voto che aveva apparentemente sempre sprecato, dandolo a qualcuno che non l'avrebbe poi meritato. Questa volta non sarebbe successo; ma era incerto, confuso. Quasi di malavoglia, per l'appunto. Leggi tutto »
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