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in cerca di un riflesso...

Ho capito che gli occhi sono il più sincero riflesso di noi stessi.

Il cucchiaio di Totti.

 
 
Ne avevamo parlato a lungo, discusso tanto da quel lontano 2004, la semifinale con l’Olanda. L’avevo provato cento e più volte… ma il “cucchiaio” - quel cucchiaio - non fu solo un segno di follia. Non era nemmeno una esclusiva di Totti. L’aveva già fatto Panenka, cecoslovacco, nella finale del 1976 contro la Germania di Sepp Maier, facendo vincere per la prima volta la Coppa Europea alla sua nazione… Ed io avevo già cancellato i sogni di gloria pallonara.
Certo, occorre una sensibilità di piede-gamba-coscia-gluteo inimmaginabile – lo fai e basta - o almeno una freddezza d’animo glaciale. In ogni caso, tanto tanto culo che per sederti occorre tutta una tribuna, ma è la tempra del campione: il suo marchio di fabbrica. La certezza che nelle tue pratiche muscolari risieda lo stampino del fuoriclasse e tra i neuroni, almeno uno si chiami genio… Eppure, l’è dura!
 

Venti novembre

(Giornata mondiale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza)

Assurda
assidua
e ad oltranza violenza
Riservata
riversata
su puerizia od infanzia
Negandole grazia
eleganza e innocenza
da bestie senzienti
ma d'insanie menti
Sol fatte d’istinti
tra passati vessati
con abusi mai estinti
proiettati
al presente

Dalla Russia con amore

(guerra russo-georgiana estate 2008)

Scavo nell’osseto, scelgo qualcosa abkhazo, temo che il metano sia azero. Non rinuncio ad aprire l’ombrello atlantico (sotto sotto ci sono Nato!). Però, come reprimere la nostalgia di matrioske e notti moscovite? ...Senza peraltro rinunciare ai ferragosti distesi di fronte a un mare nero, con ucraine creme all’essenza di crimea... dacia di stile ceceno, camera con lèttone matrimoniale, tinta del divano che non estonia col resto, tre quattro kazakhe leggere nell’armadio da cambiare ogni giorno...

Ho sognato

Ho sognato di te
Sonia, amor mio
il nome chiaramente
l'ho inventato
mia donna-specchio
a me venuta a notte
a memorarmi il tempo
che felice
giovani entrambi
in corsa per i prati
teco sostavo
ai fiori per i baci.
 

Ogni dubbio - quinta parte -

Respiravo a fatica e, per quanto fosse sembrato facile abbattere quei due rinoceronti imbizzarriti, non lo era stato affatto. Avevo dovuto fare appello a tutte le mie forze fisiche e mentali per poter avere la meglio su quegli individui  Presi fiato, m’inginocchiai appoggiando entrambi gli arti superiori sulle ginocchia e, lasciando cadere a terra la sbarra di metallo, mi guardai in giro. Era mia fervida intenzione dare una  bella lezione a Olga e con questa convinzione lo sguardo scandagliò l’intero ambiente. Mi sollevai con estrema lentezza, ma di lei non c’era più traccia. Era sparita nuovamente, ancora una volta questa sua strana prerogativa s’era dannatamente concretata. Dando un’ultima occhiata ai corpi immobili sul pavimento, raggiunsi quella che doveva essere l’uscita, mi fermai e, prima d’oltrepassarla, mi girai indietro convinto più che mai che questa vicenda doveva essere a tutti i costi risolta. Varcai senza esitazione l’uscio e mi ritrovai in un’ampia stanza illuminata a giorno. Era ampia, spaziosa e ben arredata, al centro della stessa, posizionata strategicamente, una scrivania in legno mostrava tutta la sua solennità. Su di essa, ordinati, facevano mostra di sé un registro, un faldone blu, una lampada e un bicchiere che conteneva un mucchio di penne colorate. Mi avvicinai senza alcun timore e, raggiuntala, sospirando vi appoggiai le mani. Nella stanza aleggiava uno strano odore di alcol e tabacco, come se qualche attimo prima qualcuno avesse dato un festino senza curarsi troppo di ciò che stava accadendo solo qualche metro più in là, e, magari, era proprio così, quello che stava capitando doveva rientrare in un piano prestabilito. Leggi tutto »

la ragazza dei gelsomini...

avanzano lenti
i passi
che stropicciano
la strada del cuore...

dolci le parole
che spezzano i respiri
nella penombra
di sospirate carezze...

mani che sciolgono sorrisi
sul  verde tappeto del
giardino dell'amore...

 ombre
che si raggiungono
e si sposano...

ho troppo freddo,amore,
fammi caldo di te
 e anche oggi
mi spoglio di me...
 

Il deserto

Giorni vissuti nel deserto degli affetti,
nella mancanza di comprensione:ossigeno vitale
per il fluire dell'amore nel cuore.
All'orizzonte un'oasi di calore.
Non un miraggio, ma un rinnovato Amore.
 

Fiori gialli

ogni notte busso

tante volte alla mia porta
che le nocche sono indolenzite.
vorrei aprire chiedermi che vuoi
chi sei dove vai cosa farai.
ho spiragli esigui di risposta
squarci spuri di luce
difficoltà di decidere
e mi ferisco a fondo - così
mi rifugio nell'etereo e...sogno.
curioso indago voglie e sentimenti
aspiro amare conquistare sempre
ma venir meno sento già le forze.
il passo si ferma
per il terrore di contenere
quello che voglio o quanto dare.
fiori gialli - dall'ombra della stanza
una carezza desiderata mandano
e tre pensieri più là - senza paura
al piacere dei sensi cedere potrei.
ma tremo e quella porta non apro
né aprirò tutta - mai.

Cronache di un viaggio - parte prima -

Ora succede che scrivi come un cretino direttamente sul computer, senza prima salvare su word e poi al posto di salvare, dimentichi che sei su face, clicchi sopra e perdi tutto quello che ti eri scritto.

Così la seconda versione del racconto, perde molto, perché sei già incazzato che devi riscrivere tutto da capo e decidi di cambiare il taglio al racconto.

Non che sia poi uno scrittore e non che il banale racconto del mio viaggio in Venezuela possa interessare qualcuno, salvo quella rompi di mia cugina Pina che dice, beh che ci racconti del Venezuela?

Ora te lo sorbisci tutto il racconto cara Pinuccia.

Insomma si parte il giorno 20 di ottobre a notte fonda da Pescara in autobus con zio Carmine e si viaggia dormicchiando per tre ore.

Poi s'arriva al Leonardo da Vinci  che è notte fonda ancora e sapendo che dovranno passare cinque ore prima della partenza. Mio zio attende meno perché parte con Alitalia, io aspetto di più perché vado con Air Europa.

Non che abbia una grande esperienza di voli, l'unico mio volo è stato con mia moglie nel 1983 vero Palermo.

Certo atterrare a Punta Raisi era già allora un bel viaggio, ma quello che mi aspettava era un viaggio molto più lungo.

Chi si aspetta grandi emozioni dal mio racconto o avventure mirabolanti può smettere qui di leggermi. Leggi tutto »

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