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croce e delizia

 

Piovvero carezze
disciolte tenerezze e meraviglie
in quell'inverno di zucchero bianco
 
Oggi mi manchi.
Fisicamente.
 
Potessero imprestarmi un angelo
ruberei te
eterna infernale delizia
Mi verrebbe facile.
Come farmi un segno di croce.

 

 

L'amore per me

Non stupirti se non voglio la verità
o crudeltà ad ogni costo imposta.
Le mie parole potrebbero condurti
magari
su strade che non conosci
a respirare aria che pare pesante.
Ti chiedo invece di proteggere me
e questo fragile corpo
-che vive di sentimenti
e di quelli pure si ammala-
dai miei e dai tuoi stessi errori.
 

metamorfosi ...

 
 
Un mazzo di carte
un tavolo senza avversari, ma la mente
percepisce la tua presenza,
un bicchiere di gin riempie la serata,
affogandoci dentro, i pensieri più bui.
Una tazzina affondata nel lavandino,
la sigaretta spenta nel posacenere,
la televisione accesa su un qualunque programma.
Ho la testa che mi duole, le idee sopra le idee,
ma continuo a vedere il tuo volto,
tra un passaggio e l’altro dei miei progetti.
Non riesco ad uscirne stasera,
nelle frasi che mi hai detto,qualcosa intralcia
i miei giudizi, cosa c’è ?? cosa dicevano quelle
parole che nascondevano qualcosa?
Verso ancora del gin ,la tazzina è sparita
in  quel lavandino tra le bolle di sapone,
il silenzio mi rode dentro, mi chiedo dove mi portasse
la tua frase, cosa mi chiedesse nel suo silenzio,
nel suo doppio gioco, di intenzioni!
Smagliature, concepimenti, evoluzioni,
le senzazioni di una campana che batte e ribatte
avvertendomi… ma di che ? ma di cosa?
Ho solo paura di risedermi su quella poltrona di
quel teatro e ritornare a rivivere ancora
quella scena , alzandomi e andandomene,
Ho paura ma se capirò, questa volta
non mi alzerò !!
 

Quasi niente

quel poco quasi niente
che porto appresso
come una malattia
una pazzia di sempre
che vesto a cerchi
perché sembri arcobaleno
passa lo stesso muto
tra la gente indaffarata
che ama più i suoni alti
del tintinnio sommesso
di una solitudine.
 

Riflessi nel buio

Le finte novelle arrivate alle spalle con gli occhi di vetro e le bave di sangue ingannano l'anima dei finti viventi.

vorrei dopo ogni parola....

"vorrei dopo ogni parola
un distruggente piacere
che ti tocchi le mani
una parola chiusa
e aderente quanto un bacio
e come sarai turbata amore
così lontana da te stessa
alla fine del tuo corpo
a confessare e perdonare
la tua bocca che vola"

Andai al primo amore come un corollario della notte

E poi tu
che dovevi essere tu perché un’altra
con quel denaro sulle cosce smunte
sarebbe stata regalata
e ne avrei avuto incarto più che il profumo.
 
Ma stavi punta nella paglia
nell’unica sedia a regime lì rimasta
come una gruccia dadaista.
 
Chissà perché pensai a quanta fame.
Forse le ballerine basse o la smagliata rete dei collant
con dentro solo l’intimo sospiro
o gli occhi sui miei piedi
o l’incidente delle mani per lo più sguardi tremanti.
 
E mi riebbi quando a metà del primo barcio accolsi
con labbra fatte gelide
un collo di bottiglia e tutto il brandy a seguito:
se fossi stato il ghigno della luna
avrei pensato diversamente sesso,
che è pur sempre il fiore dell’angoscia
quando s’inclina a nolo.
 
Poiché però una spirale sul comò
gettava dubbi su quel seno scarno

Domani

Un olezzo d’amaro sfumato
s’avvinghia con l’aria pulita
al suo improvviso aprirsi
con uno schiaffo al vento la finestra,
le sue candide vele si scostano
spolverando le ombre della notte.
 
Si appresta un nuovo giorno.
 
Apparendogli i silenzi mutano,
il fresco cinguettare è lamentoso canto,
uno zampettio dimesso tra le briciole stantie
sul petto di solido marmo ferito dal tempo.
 
I passi calpestati dall’erba di ieri
ridisegnano un vecchio passaggio dimenticato
tra gli angusti vicoli dell’anima bigia
ripudiata dal sole.
 
La stessa erba che troverò domani,
le stesse ombre filiformi
allungandosi a dismisura sulla strada fragile
come l’incauta farfalla sorpresa dalla bufera,
su una tremante foglia.
 
Sballottano i pensieri instabili
come le sue ali,
trafiggendo i suoi delicati colori
riconducendo le diafane membra
alle origini di baco condannato
a risplendere di luce morente.
 
gm

Dream Time

La direzione dei sogni
è un fiore nella corrente
un punto fermo di ebbrezza
nel panta rei della coscienza
 
il movimento dei sensi
ricorda carezze versate in foschia
è un monolite fatto d'ali
d'evanescente arenaria d'aromi
 
foglie indolenti ancora sospese
nel pulviscolo delle ombre lunghe
strade di campagna
vegetali affreschi metallescenti
 
Passano nuvole dopo le sette
con attitudine felpata ed acquiescente
quali algoritmi felini in concorso
per un angolo caldo di silenzio
 
indifferente
all'onda candida di frangente
che sbriciola il quotidiano
come pane raffermo per anatre
 
e pesci da circo
Il movimento dei sogni
è un fiume rosso di petali sparsi
sensi disciolti in flussi e correnti
 
in confidenze d'amanti
in cerca di rondini e prati
mendicanti affamati di tempo e calore
persi nell'ombra
 
bruciati nel sole.

Per nuove ali

Sarà influenza di stagione
o malessere che portano gli anni
càpitano giorni di chiusure
con solitudine che sdegna gli amici
e vuoti non li credere
nè pieni di pensieri cupi
sono giusti per galleggiare
emerso da molteplici ricordi
servono per ricaricare il cuore
mettere nuove ali
ai voli straordinari che s'attende.

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