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White Christmas

http://www.indavideo.hu/video/Frank_Sinatra__Barbara_Streisand_-_White_Christmas

A tutti gli Amici, e alle loro Famiglie, un caldissimo Abbraccio

Gabriele

Paralisi

E’ questo infatti
tuo modo di guardare
le strade strette
del pensiero emozione
incantandoti fino all’ossessione
e la paralisi
come andare avanti
fosse impossibile
il viaggio tuo bloccato
resta il mio
vasto di suoni acuti
e tarde frasi
ad accorciar parole
soffocate
invano attendi
luce e fuoco ancora
che hai dentro e brucia
e intanto tu non vedi.

Quale che fu l’attesa divenne una gioia.

Nelle pieghe dell’ora tace la civetta della noia:
negli occhi ha solo il bosco dell’abbandono.
 
Attende il rintocco dei passi
quel tic tac che sono la campana dell’arrivo.
 
 
Comunque appoggiati,
questi minuti parrebbero eterni:
un confine circuìto
un limite allo sbando esalato,
più che un gesto isterico alla civetta;
 
non alleggerisce il peso sul ramo.
 
Se mi fosse dolce l’assenza
sarei vuoto.

Nei dì di festa.

Voglio appoggiarmi
senza danneggiare
stringermi nelle mie
convinzioni e lasciare
correre anche le cose
che sempre mi hanno
turbato contrariato
Sarà certo un modo
d'essere comune consueto
in questo quotidiano
luccicare di amenità
che tuttavia sono la vita
che mi tocca vivere
Se non verrò alla festa
che si tiene in piazza
certo comprenderete
perdonerete se dalla veranda
dei miei occhi socchiusi
guardo i vostri balli l'allegria
con mesto appiglio.

Picasso di cuori

 
Del tuo corpo usasti il cuore
Per dipingere la guerra,
Per descrivere quell’orrore
Che invadeva la tua terra.
 
Poi dal blu fosti preso,
Incantato e non più restituito.
Di quel colore che non fu illeso,
T’inebriasti immalinconito.
 
Ora giace sulla carta quel pennello,
Che di cubi e di rosa fu pregno,
Di un tratto a tratti più bello.
 
Consolan ora quel regno
Les d’Avignon demoiselles
Che di luce son per sempre il segno.

Salsedine lacustre

La pozzanghera è felice
di possedere solo il riflesso delle cose,
la loro passeggera parvenza.
Spartito di luci e cromi.
Splasci di liquide rifrazioni.
Spicchio di cielo rotto.
E crede che il sole esista
perché è lei che lo specchia in sordina.
 
Al vetro un’ape trema. Una mosca forse.
Bambini volevamo
l’arcobaleno veleggiante
dai bordi dorati
(-pletora dei sogni-)
coi ginocchi feriti dai giochi
e le cicatrici pruriginose.
Ma qua tutti i laghi sono salati,
e l’acqua indurita di ghiaccio
e di creta diaccia
non mi invita al viaggio
ma al guado della risacca,
al rondò-rosario
di una ridda di tediosità in ressa.
Sparo sguardi lontaneggianti
per viaggianti all’espatrio.
Ma è sbilenco il tuo passo, viandante,
sbilenco senza gli àlluci dei piedi.
Sii grato all’alluce come al pollice.
Che l’aquilone continua a credere

Un amore in ritardo

Si era rifugiato tra i monti lontano dalla sua casa,  lontano dalla sua solita vita,  lontano …
Ora ha una piccola casa bianca   con un grande camino caldo  anche quando  è spento.
E’ il suo focolare. I suoi libri, la sua musica, le sue riflessioni, i suoi pensieri,  i suoi scritti.
Tutto il verde intorno alla casa, gli ampi paesaggi lo fanno spaziare con gli occhi e la mente.
Un piccolo schermo, il suo computer dove vive il suo mondo virtuale e reale.
Un amore ormai finito lo strugge.
Evasione e silenzi qui tra il verde e tra i monti lo aiuteranno a vivere una nuova dimensione.
Nuovi orizzonti, nuove conoscenze, nuove esperienze. Nuovi scritti sempre appassionati, sensuali, carichi di immagini vivide e sognanti.
 
Ed ora un nuovo amore!   Non era previsto, ma lo desiderava e da tanto.
E’ arrivato così, inatteso, sulle note di una canzone.  Note dolci e malinconiche di una canzone
a lui sconosciuta ma che ora continua ad ascoltare ripetutamente in maniera assillante ed anche ossessionante.. La stessa ossessione che ha per lei da quando l’ha incontrata.
La sua immagine l’ha subito colpito, turbato, uno sguardo dolce e intrigante insieme, con quegli occhi verdi, grandi, profondi.
Lei mentre parla sorride e lui ne rimane affascinato, il suono della sua voce è seducente, invitante
e lui si lascia condurre sulle ali di quel suono armonioso.  Sogna?  Forse.  Ma di sicuro lei l’ha stregato. Ed ora non pensa che a lei, non sogna che lei, non parla che di lei. Lei, la sua dolce amica che diventa sempre più intima per lui.

Mi serve un sorriso

Se non fossi come sono
se almeno l'amore venisse
a scuotere il silenzio vivo
che m'opprime l'anima
da troppo tempo ormai
riuscirei a trovare un sorriso
un sorriso lieto per me
e forse allora mi riuscirà
camminare dritto in fondo
questa strada e seppure
ho sofferto intanto
mi lascerei consumare lento
senza l'incubo delle passioni.

Pelle di luna

Ti stringo in un abbraccio che fa male,
e toglie l'aria all'anima.
Senza parole
il gesto mi condanna,
ed il tuo sguardo amplifica il silenzio.
L'addio febbrile
offerto alla tua terra,
si mescola a lamenti dissonanti,
portati via dal vento.
Capelli d'ebano tra i seni
l'unica vanità di donna,
pelle di luna.
Tornerò qui al calar del giorno,
in cerca del mio cuore sporco,
perso nel Lago sacro
mille lune fa.
E' tardi per il pianto
e passo oltre,
il cielo prodigioso
si adombra e piange.

Dolceamaro

Guardi dai vetri sporchi
scrosci di pioggia,
che bagnano da ore
le strade ormai deserte.
Non c'è riposo Judith,
la notte non è fatta per dormire.
Nel freddo acre della stanza vuota,
tra i libri aperti a caso e la vergogna,
quel niente che rimane
di un incompiuto slancio,
vissuto appena il tempo di un respiro.
Si spenge un lampo,
il cielo chiude gli occhi.
Dal disaccordo di una melodia,
cade una lacrima d'argento
e tutto tace,
per far posto all'alba.

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